I francobolli della Venezia Giulia occupata dalla Jugoslavia

Dopo averne realizzato una versione digitalizzata, l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia ha pubblicato anche in formato cartaceo la voluminosa opera di Damir Novaković Francobolli e storia postale di Trieste, Pola, Fiume, l’Istria e il Litorale sloveno sotto l’amministrazione militare jugoslava 1945-1947 (Anvgd, Roma-Trieste 2022), traduzione italiana con il permesso dell’autore, detentore dei diritti, del volume Stamps and Postal History of Trieste, Pola, Fiume, Istria and Slovene Littoral under Yugoslav Military Administration 1945-1947 (Londra 2009).

La traduzione è stata realizzata da Raffaella Gerola, revisione a cura de La musa Talìa di Bruno Crevato-Selvaggi e copertina di Laura Mangiavacchi.

Si tratta di un accuratissimo studio, sia filatelico sia storico-postale, basato su fonti italiane e jugoslave: i francobolli e gli interi italiani sovrastampati e le emissioni d’occupazione «Istra Littorale sloveno”. Questa è l’opera più completa su quel drammatico periodo del confine orientale italiano, con francobolli e vicende storico-postali che fanno parte a pieno diritto della storia postale italiana.

Il volume può essere acquistato sul sito specializzato in materia Vaccari s.r.l.:
https://www.vaccari.it/editoria/libreria/index.php?_c=cat.fiu.&_o=2866E&_k=

Pubblichiamo qui la Presentazione dell’edizione italiana a firma dell’On. Avv. Carlo Amedeo Giovanardi, esperto filatelico e da sempre interessato alle questioni della frontiera adriatica.

Nel 2009 Damir Novakovic, di nazionalità croata, studioso ed esperto di filatelia e storia postale, diede alle stampe in lingua inglese il suo esaustivo, straordinario e documentatissimo libro Francobolli e storia postale di Trieste, Pola, Fiume, Istria e Litorale sloveno sotto l’Amministrazione militare jugoslava 1945-1947.

Come dovrebbe essere noto a tutti gli italiani, le tre province di cui tratta l’Autore, annesse al Regno d’ Italia dopo la prima guerra mondiale, vennero occupate militarmente a fine aprile, primi di maggio del 1945 dai reparti partigiani comunisti guidati dal maresciallo Tito.

Soltanto all’ inizio di giugno Alleati angloamericani ed jugoslavi trovarono un accordo provvisorio, diventato operativo il 12 giugno del 1945, in attesa della futura e definitiva assegnazione di quei territori.

Secondo l’ accordo, sottoscritto a Duino dai generali Morgan ed Jovanovic, alla sinistra del nuovo confine provvisorio, chiamato Linea Morgan, si sarebbe insediata l’ amministrazione del Governo Militare Alleato (AMG-VG Allied Military Government Venezia Giulia ) comprendente Trieste e 19 Comuni della sua provincia, Gorizia e 24 comuni della sua provincia oltre all’ enclave costituita dalla città di Pola, mentre tutto il resto delle province di Trieste e Gorizia e le province di Fiume e Pola rimanevano sotto l’ occupazione militare jugoslava ( Vojna Uprava Jugoslavenske Armije).

Com’è noto, questa situazione provvisoria si protrasse sino alla firma del trattato di pace del 10 febbraio 1947 entrato in vigore il 15 settembre dello stesso anno, data nella quale i territori sotto occupazione militare jugoslava vennero annessi alla Jugoslavia con l’aggiunta di alcuni comuni delle province di Trieste e Gorizia che avevano fatto parte della AMG-VG e l’ eccezione dell’istituzione di una nuova zona A riguardante Trieste ed il suo circondario (AMG-FTT Territorio Libero di Trieste) ed una nuova zona B con alcuni comuni della provincia di Pola (VUJA-S.T.T. Amministrazione Militare Jugoslava – Territorio Libero di Trieste). Questi territori, Trieste compresa, vennero provvisoriamente assegnati nel 1954 ad Italia ed Jugoslavia ed annessi definitivamente ai due paesi con il trattato di Osimo del 1975.

Ma torniamo ai territori italiani dell’Istria assegnati provvisoriamente a Tito dal 12 giugno del 1945, quando Luogotenente del Regno era Umberto di Savoia e Presidente del Consiglio Ivanoe Bonomi.

Da quella data al 15 settembre del 1947 in Italia ci saranno grandi rivoluzioni istituzionali e di governo: Umberto diventerà Re d’ Italia il 9 maggio del 1946 e lo resterà sino al 14 giugno, quando verrà proclamata la Repubblica a seguito del referendum del 2 giugno; alla Presidenza del Consiglio dopo Bonomi arriveranno nell’ ordine Ferruccio Parri ed Alcide De Gasperi.

In tutta l’Istria dal 12 giugno 1945 al 15 settembre le tariffe postali in vigore nella zona occupata verranno assolte o con un’annotazione a mano dell’importo o con l’utilizzo delle numerose serie di francobolli emesse dagli jugoslavi a Trieste, Pola, Fiume, Lubiana, Zagabria e Belgrado, mirabilmente documentate dal Novakovic per le loro caratteristiche tecniche e di stampa.

Ma dal punto di vista della storia postale, anche se la corrispondenza veniva affrancata con i francobolli dell’occupazione, non c’è dubbio che la corrispondenza viaggiata in quel periodo all’interno della zona occupata o indirizzata in Italia, Jugoslavia o in paesi esteri, faccia parte integrante della storia postale d’Italia rispettivamente del periodo luogotenenziale e del Regno di Umberto e successivamente di Repubblica sino al 15 settembre 1947.
Ecco allora nuove suggestioni per i collezionisti di storia postale del nostro paese in un libro finalmente tradotto in italiano ma che meriterebbe di essere pubblicato anche in sloveno e croato, vista la certosina ricerca degli uffici postali aperti o chiusi in quel periodo, l’intensità del loro traffico postale, la rarità degli annulli e dei francobolli utilizzati.

Adesso poi che Italia, Slovenia e Croazia fanno parte della comune casa europea è interessante notare come nel primissimo periodo dell’occupazione venne mantenuto nell’ annullo postale utilizzato per obliterare i francobolli di occupazione il toponimo italiano dell’ufficio postale e della provincia di appartenenza, successivamente scalpellato il nome della provincia italiana, a volte poi affiancato il nome italiano a quello sloveno o croato (es Fiume- Rijeka) ed infine sostituito il tutto con annulli in serbo-croato e la sparizione del nome italiano.

È giunto il tempo, anche in base a questa monumentale documentazione, di tornare ad annulli in sloveno italiano o croato italiano, spazzati via da un diktat di un regime dittatoriale, in quelle località della Venezia Giulia (e Zara) dove agli italiani autoctoni rimasti dopo la seconda guerra mondiale va riconosciuta la dignità dell’appartenenza ad una minoranza, un tempo maggioranza, che ha diritto a vedersi riconosciuta le proprie radici linguistiche, così come è avvenuto in Italia dopo la caduta del fascismo per gli annulli postali delle località di lingua tedesca e francese in Alto Adige e in Val d’Aosta.

In questo senso vanno ringraziate le autorità croate che nel 2020, dopo l’emissione di due francobolli celebrativi di Rovigno con la sola denominazione della località in croato, hanno acconsentito alla richiesta di una nuova tiratura degli stessi con la scritta bilingue in croato ed in italiano Rovinj – Rovigno.

Sarebbe davvero un passo avanti straordinario se la conoscenza del passato potesse portare ad un futuro nel quale le minoranze autoctone ovunque nei paesi dell’Unione non siano considerate un problema da esorcizzare ma una ricchezza da valorizzare, a cominciare dai francobolli e dagli annulli postali.

On. Avv. Carlo Giovanardi 

 

 

 

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