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Grosseto, storia del confine orientale (Voce in più Storia 07 nov)

CONTRIBUTI:

Un volume di materiali didattici dell’ISGREC

Per una storia del confine orientale tra guerre, violenze, foibe, diplomazia

«Per una storia del confine orientale: fra guerre, violenze, foibe, diplomazia” (2007) è il titolo di un volume di materiali didattici prodotto dall’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea (ISGREC) col patrocinio della Regione Toscana. L’opera, curata da Laura Benedettelli, Matteo Fiorani e Luciana Rocchi, frutto di un’accurata ricognizione delle più rigorose ricerche storiche sul tema e della letteratura prodotta nel Friuli-Venezia Giulia, ha tratto spunto da un progetto dell’Istituto di Trieste (Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia) divenuto convegno nazionale (Storia della frontiera orientale, Torino, 17-20 ottobre 2005).

Nella presentazione del volume il Presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha ribadito l’interesse dell’istituzione: “alla memoria pubblica dei fatti e delle vicende tragiche del Novecento, nella certezza che questo investimento è produttivo da un punto di vista culturale ma, ancora di più, che la diffusione delle conoscenze è un elemento decisivo per la partecipazione alla vita pubblica e la crescita della democrazia”.

L’ISGREC, consapevole dell’importanza del confi ne orientale italiano all’interno della storia nazionale ed europea, ha promosso questo lavoro sia come opportunità d’approfondimento per gli insegnanti, sia come proposta di un lavoro didattico su storia e memoria che: “… sappia eludere il rischio di una decontestualizzazione dell’evento foibe, oggetto dichiarato della rimozione, che il legislatore ha voluto rovesciare in rituale commemorativo”.

Le violenze subite dagli italiani
Negli ultimi anni il tragico tema delle foibe e dell’esodo, colpevolmente rimosso per lungo tempo, ha suscitato molto interesse dando origine a ricerche, pubblicazioni, convegni e perfino fiction, spesso lontane da un approccio scientifico, dimostrando come la conoscenza storica nell’era della comunicazione proteiforme sia esposta al rischio di usi strumentali e mistificazioni. Su questo aspetto si è soffermata la Direttrice dell’ISGREC Luciana Rocchi, che nell’introduzione dell’opera ha spiegato i due presupposti – uno storiografico, l’altro didattico – alla base del volume.

Il primo aspetto è il risultato di un modello interpretativo fondamentale: “il fenomeno delle violenze subite dagli italiani in Istria tra 1943 e 1945 culminate negli infoibamenti, che hanno dato origine al lungo esodo degli italiani dalle loro
terre, non può essere compreso e spiegato che nel contesto dei più ampi processi di trasformazione che hanno interessato il Confi ne orientale nel lungo periodo della storia del Novecento”, mentre il presupposto didattico, ispirandosi al modello di una ”didattica laboratoriale” da tradursi in lezioni, laboratori, percorsi formativi più o meno ampi, ha inteso mettere a disposizione degli insegnanti una pluralità di fonti –archivistiche, fotografiche, cartografi che, memorialistiche, storiografiche- in grado di supportare un manuale generalmente povero sul tema proposto.

Contestualizzare i fenomeni
Richiamandosi all’insegnamento dello storico Giovanni De Luna, volto a percepire la specificità di ogni fenomeno od evento storico ed a ricondurre la storia alle fonti ed ai documenti, restituendo dignità scientifi ca alle sue argomentazioni, Luciana Rocchi ha affrontato i complessi temi dell’uso pubblico della storia e del rapporto fra storia e memoria, invocando la necessità di ridurre: “la distanza tra i luoghi di costruzione del sapere storico e il pubblico, sia chiedendo agli storici di misurarsi anche con le esigenze della divulgazione, sia introducendo nella scuola la conoscenza e la pratica degli strumenti con cui la conoscenza storica si produce”.

La prima parte del libro è dedicata al tragico esodo della popolazione italiana dall’Istria (1945-1954) e permette di seguire nel tempo gli spostamenti di quello che a ragione è stato defi nito “confi ne mobile”, nell’ambito di “quell’immane assommarsi di dolore” che è il dopoguerra europeo.

Nell’intento dell’opera le fonti scelte – fotografiche, orali, letterarie, memorialistiche – “grazie all’impatto emotivo con cui s’impongono e agli immediati interrogativi che suscitano, possono creare le condizioni per un primo approccio alla realtà di una società minacciata nella propria identità e sconvolta nelle sue strutture… rappresentano il punto di partenza per descrivere angosce, speranze e sconfi tte di chi ha visto trasformarsi non solo gli aspetti politici e istituzionali, ma anche, attraverso il trauma subito, le proprie strutture mentali”.

Alle origini dell’esodo
La seconda parte dell’opera – “Alle origini dell’esodo: i mutamenti del confine orientale” – parte da un’interessante analisi del concetto generale di frontiera, ripercorrendone i numerosi signifi cati assunti nella travagliata storia dei rapporti fra l’Italia e le popolazioni slave al di là dell’Adriatico (frontiera di tensione, di mobilitazione, confi ne naturale, etnico, strategico, imperiale ecc.). Emerge, come sottolineato dagli studi dello storico Guido Crainz, l’esistenza di frontiere culturali e mentali che sembrano più durevoli di quelle fra Stati, evidenti negli splendidi passi tratti dall’opera “Mondo ex” del “cosmpolita” per defi nizione Predrag Matvejevic, oggi tra “asilo ed esilio” dall’ex-Jugoslavia.

Le differenze etniche e culturali delle popolazioni lungo il confi ne mobile, all’origine di nazionalismi e confl itti, sono analizzate nel volume attraverso la meticolosa opera del triestino Carlo Schiffrer (1902-’70), di cui sono proposte alcune carte e i dati quantitativi tratti dal saggio “Sguardo storico sui rapporti fra italiani e slavi nella Venezia Giulia” (1945).

Dal 1866 al 1975
Il secondo capitolo “Tra Grande Guerra, fascismo e secondo dopoguerra” è aperto da una lucida e sintetica scheda storica che, a partire dalla III Guerra d’Indipendenza del 1866 fi no agli Accordi di Osimo del 1975, che stabilirono uffi cialmente il confi ne di stato italo-jugoslavo, fornisce le nozioni essenziali per orientarsi nello studio del confi ne orientale, pensato, seguendo la defi nizione di Raul Pupo, come laboratorio della storia europea del ‘900:
 
“S’intrecciano lì nazioni e nazionalismi, guerre totali e movimenti di massa, stati totalitari, violenze programmate e sistema concentrazionario, relazioni diplomatiche e blocchi di stati”. Le fonti archivistiche, stampa e le testimonianze orali selezionate consentono di approfondire numerosi aspetti, dalle relazioni diplomatiche (testi del Trattato di Rapallo-1920, Conferenza di Pace di Parigi- 1947, Memorandum di Londra-1954 ecc.) al nazionalismo e l’occupazione nazifascista della Jugoslavia nella II Guerra Mondiale (es. Circolare 3 C del Gen. Mario Roatta –1942), introducendo alle fonti storiografi che, costituite da estratti di testi sul tema scelti dall’ISGREC per la loro serietà d’analisi e ricchezza documentaria. Si tratta di: “Gli accordi di pace dopo la Grande Guerra (1919-1925) di E. Goldstein (2005); “L’Europa nazista, il progetto di un nuovo ordine europeo” di E. Collotti (2002); “I campi del Duce, l’internamento civile nell’Italia fascista” di C. S. Capogreco (2004); “Foibe, le stragi negate degli italiani della Venezia Giulia e dell’Istria” di G. Oliva (2002); “Il lungo esodo, Istria, le persecuzioni, le foibe, l’esilio” di R. Pupo (2005); “Profughi, dalle foibe all’esodo, la tragedia degli italiani di Istria Fiume e Dalmazia” di G. Oliva (2005) ed infi ne “Il dolore e l’esilio, l’Istria e le memorie divise d’Europa” di G. Crainz (2005). Quest’ultimo volume offre spunti interessanti per giungere alla comprensione dei fatti verifi catisi sul confine orientale fra il 1943 ed il 1945: “La denuncia dei crimini che lì ebbero luogo – spiega il presidente dell’ISGREC Adolfo Turbanti – ha senso solo se si riconducono quegli avvenimenti all’interno del più vasto quadro europeo del dopoguerra, ove si trovano episodi analoghi e anche di più vasta portata, tutti legati alla ridefi nizione dei confi ni, con conseguenti spostamenti e dispersione di popolazioni”.

Cercare di capire
Dopo un’esauriente cartografia che, grazie all’ausilio di note effi caci e sintetiche, segue le principali modifi che del confi ne mobile tra il 1915 (frontiera fra Regno d’Italia e Litorale austriaco) ed il 1954 (Memorandum di Londra che assegna la zona A del Territorio Libero di Trieste all’Italia e la zona B alla Jugoslavia), il “pacchetto didattico” si chiude con: l’elenco e la localizzazione delle foibe, tratto dall’Atlante storico della lotta di liberazione in Friuli Venezia Giulia; un’ampia e dettagliata cronologia dei fatti svoltisi nei territori istriani e giuliano dalmati dal 1866 al 1991 (inizio della dissoluzione della Jugoslavia) ed infi ne una bibliografia, come strumento di aggiornamento per gli insegnanti. Il lavoro dell’ISGREC, in un periodo non immune da quella che il fi losofo Remo Bodei chiama “la storia da supermercato, o la storia a prezzi stracciati offerta dai media” si rivela di grande interesse e utilità per cercare di capire quanto è successo nei territori istriani e giuliano-dalmati, nella speranza che il recupero della memoria ed il confronto fra storie e memorie dei paesi del confi ne, oggi in atto, produca infl ussi positivi nella convivenza tra le popolazioni delle zone di frontiera, accrescendo la consapevolezza delle comunità che accolsero quanti furono espulsi dai loro luoghi.

Il tutto nell’auspicio, ribadito dal Presidente dell’ISGREC Turbanti nella prefazione al libro, che l’idea di una federazione degli Stati europei, lanciata dall’intellettuale Gaetano Salvemini in una delle sue lettere dall’America già dal 1945, ed impostasi, seppur non pienamente, nella politica europea del dopoguerra: “possa diffondersi dal Confi ne orientale italiano in tutta la penisola balcanica, per unire in un progetto di democrazia quei popoli agli altri europei, per togliere defi nitivamente alla guerra la sua capacità di seduzione”.

La Regione Toscana e l’ISGREC, in collaborazione con la Direzione Generale Scolastica per la Toscana, terranno un secondo ciclo d’iniziative d’aggiornamento per gli insegnanti delle province toscane, sul tema del confi ne orientale, a partire da questo mese di novembre 2008.

 

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