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Parenzo italiana, ricordi di 90 anni fa (Eco di Bergamo 21 nov)

LETTERE

Spettabile redazione, sono passati 90 anni da quando il cacciatorpediniere G. C. Abba – prima nave italiana – approdò a Parenzo d’Istria portando il Tricolore d’Italia, colà tanto atteso. Un anno dopo – il 3 novembre 1919 –, il primo anniversario della «redenzione» di Parenzo fu celebrato da un gruppo di cittadini di Parenzo a Fiume, dove il cacciatorpediniere Abba era ormeggiato nel quadro dell’intervento dannunziano in atto in quella città. I marinai dell’Abba riserbarono calorose accoglienze ai «fratelli parentini», fra i quali c’era anche mia mamma allora ventenne. Suo fratello Antonio, di 17 anni, era là con i Legionari di D’Annunzio.

Fra un pacco di vecchie carte di mia mamma – morta a Bergamo nel 1969 – ho trovato la foto dell’Abba ormeggiato a Fiume, sul retro della quale i marinai hanno scritto un enfatico messaggio che qui di seguito trascrivo a testimonianza dello spirito che allora aleggiava in quelle terre da poco redente: «Fiume, 3 novembre 1919. Sì! Quando il nostro fato sarà compiuto per come ardenti cuori lottano contro l’ingiustizia e la verità. Forti ed orgogliosi per come oggi compie l’anniversario che noi sul Rct Abba siamo entrati a Parenzo con immensa gioia, abbiamo abbracciati i nostri fratelli giurandogli fede che in eterno possiamo dire al grido di viva l’Italia siamo liberi, giurando sempre di difendere il suolo che ancora i nemici vogliono levarci. I sottufficiali Rct Abba». Non tutti hanno dimenticato gli avvenimenti che segnarono la storia d’Italia e, purtroppo, le tristi vicende che hanno vanificato l’entusiasmo dei giovani di allora.

Gino Becci

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