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Grandi opere per l’Istria, la Dalmazia tagliata fuori (Il Piccolo 26 set)

FIUME È bastato che qualche giorno addietro il governo della premier Jadranka Kosor desse pubblica ufficialità al suo Ego (inteso come Elenco grandi opere) per scatenare una ridda di perplessità e aperta e indispettita ostilità. Questa ultima divampata in particolare nella regione dalmata, con epicentro del malcontento a Spalato e dintorni. L’”Ego” governativo – questa la denuncia che ha acceso le anime dalmate – ignora e trascura quasi del tutto il Sud litoraneo del Paese, concentrando la gran parte dei progetti d’importanza strategica nella parte continentale e soprattutto nell’area altoadriatica: in Istria e nella regione di Fiume.

Nelle quali dovrebbe riversarsi il grosso degli investimenti pubblici, da perseguire, ahimè, con soldi che per adesso non ci sono. Ed è proprio per questo che il ”New Deal” croato, pubblicizzato da Kosor e i suoi ministri come strumento di rilancio economico, è stato accolto con grande scetticismo. Un ”Ego” con un forte odore di fumo, probabilmente concepito per alleviare le tribolazioni sempre più penose di un governo in balia degli scandali e sempre più inviso all’opinione pubblica. Stando a quanto illustrato giovedì dalla Kosor, l’Elenco grandi opere contempla 30 progetti strategicamente prioritari, per i quali è previsto un pacchetto di stanziamenti di quasi 14 miliardi di euro.

Nessuna indicazione sull’arco di tempo nel quale i predetti stanziamenti dovrebbero essere ripartiti, ovvero sui probabili tempi di realizzazione. Sta di fatto che l’area altoadriatica nell’”Ego” se la passa piuttosto bene. Per il settore del traffico e comunicazioni, il primo posto in graduatoria è attribuito al nuovo asse ferroviario Fiume-Zagabria-Botovo (confine ungherese). È la cosiddetta “ferrovia di pianura”, cioè su un percorso in grado di schivare le asperità montane che fanno da barriera naturale tra il litorale quarnerino e le distese pianeggianti da Karlovac (l’antica Karlsberg), Zagabria e poi più in su fino a Budapest. Grazie a due percorsi in galleria, di 10 e 14 km, il nuovo asse su rotaia porterebbe beneficio per i traffici portuali di Fiume (adesso l’”arrampicata” impone anche il cambio di trazione, con il passaggio da quella diesel all’elettrica mentre il nuovo tracciato ridurrebbe la percorrenza a non più di tre ore). Ovvio che tale mega-progetto implichi costi proporzionali: l’Elenco ne prevede per circa 3,65 miliardi di euro. Costituiscono il finanziamento più elevato per una singola opera nell’elenco dei 30.

Sempre in ambito altoadriatico, nel settore elettroenergetico uno dei grandi progetti interessa l’Istria. È quello indicato come “terzo blocco” della termocentrale di Fianona: in pratica una terza termocentrale da collocarsi accanto alle due già operative nell’Albonese. Anche questa, purtroppo, alimentata a carbone, con investimento previsto da ”Ego” di circa 800 milioni di euro. Sempre restando in tema di energia, stavolta idroelettrica, una centrale è prevista pure sul corso dell’Ombla, per alimentare la regione di Ragusa. Passando al turismo, anche qui le scelte governative (non fanno riferimento a investimenti privati o a partnership pubblico-private) riservano un posto di preminenza all’Alto Adriatico. Al primo posto il progetto ”Brioni Riviera”, per il quale ”Ego” prevede stanziamenti per poco meno di 900 milioni di euro. Nell’elenco, a sorpresa, rientra pure la creazione di un complesso alberghiero nella Baia di Preluca, tra Fiume e Abbazia. Per replicare agli scetticismi suscitati dal piano governativo, ieri è stata la stessa premier Kosor a precisare che sulle fonti di finanziamento “si sta già lavorando” e che diversi progetti hanno riscosso forte interesse da parte di potenziali investitori. (f.r.)

 

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