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Gorizia: Villaggio dell’Esule compie 61 anni

di Margherita Reguitti su Il Piccolo del 22 febbraio 2011

Sessantun'anni fa, nel febbraio del 1950, alla presenza di ministri, di rappresentanti del governo americano e del sindaco di Gorizia Ferruccio Bernardis, fu inaugurato il Villaggio dell'Esule della Campagnuzza a Gorizia. Un momento commovente e carico di speranza per le famiglie degli esuli dopo il dolore della perdita di tutti i loro averi e la dura e spesso umiliante vita nei campi profughi sparsi in tutt'Italia alle Casermette di Gorizia. I lavori per la costruzione del villaggio durarono poco più di un anno; il 21 aprile del 1949 la giunta comunale aveva scelto l'area di 23mila metri quadrati. I lavori, finanziati dal governo americano, erano iniziati dopo pochi giorni, un miracolo rispetto ai tempi odierni. Nel carteggio contenuto nel libro "La storia del villaggio della Campagnuzza"  edito dall'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, è riportata una corrispondenza dell'ottobre '49 nella quale Bernardis scrive a Roma per segnalare che i lavori "procedono bene, e spero che l'intero villaggio sarà abitabile per gennaio".

A quella data gli abitanti della città erano 44.954 contro i 47.960 del 1945, oltre 8mila persone avevano perso la loro casa rimasta oltre confine. Di questi più di 4mila erano esuli. Giovedì 21 febbraio fu un giorno di festa: venivano consegnate 22 case del Villaggio dell'Esule, complessive 88 unità abitative, 484 vani utili, 220 vani accessori, 4.402 metri quadrati di superficie edificata, per un volume di 27.558 metri cubi. Causa la fretta, o altro, il Comune non rilasciò né licenza edilizia né certificato di abitabilità, mancanze che crearono non poche complicazioni al momento del riscatto degli appartamenti negli anni '70.

Mirella Ziberna, recentemente scomparsa, fu con la sua famiglia fra i primi esuli a insediarsi nelle case di Campagnuzza: il 19 febbraio ricevette le chiavi dell'appartamento dalle mani dell'ambasciatrice americana. Sergio Cionci, giovane fotoreporter le l'Arena di Pola, realizzò molti scatti delle vie e delle case in costruzione. Anche Brunetta Sirotti è rimasta nella casa di via San Michele angolo via Fiume, una delle poche, la maggior parte delle case hanno cambiato proprietario.
 

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