Gli emozionanti ricordi di Nevia Mitton, esule istriana a 5 anni

Commovente e toccante. Sincera testimone dell’esodo giuliano-dalmata visto dagli occhi di una bambina. Nata a Valle d’Istria e subito proiettata nel clima di terrore che la dittatura comunista jugoslava aveva instaurato nelle terre strappate all’Italia con il Trattato di Pace del 10 febbraio 1947. Nevia Mitton ha presentato questa mattina, ospite della Regione Piemonte, la sua opera autobiografica Costretti all’esilio. Memorie di una bambina istriana (Mursia, Milano 2024) alla sala Argento del Salone del Libro di Torino dando così il via alle iniziative promosse dall’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia in questa prestigiosa cornice.

Carmen Caldera ha letto alcuni brani dell’opera, coinvolgendo immediatamente il pubblico nell’angoscia e nella paura che portarono il 90% della comunità italiana autoctona dell’Istria ad abbandonare tutto. Stimolata poi dalle domande di Barbara Di Gilio e Stefano Corsi, Nevia Mitton ha raccontato il traumatico impatto con l’esodo: «A gennaio 1952 la mia famiglia potè finalmente partire e dopo un breve periodo al Centro di Smistamento di Udine fummo assegnati al Centro Raccolta Profughi di Altamura. Si trattava di un ex campo di prigionia, isolato nel mezzo del territorio arido delle Murge e noi vivevamo in vere e proprie celle. Mio padre era uno scalpellino – ha spiegato l’esule istriana – e riuscì a farsi spostare al CRP di Marina di Carrara, ove trovò facilmente lavoro. Questo campo era stato allestito in una ex colonia estiva, quindi per me e le mie sorelle fu un’esperienza bellissima. Eravamo una famiglia numerosa, con due anziani ed una neonata, per cui ottenemmo una stanza tutta per noi che aveva addirittura il rubinetto e l’acqua corrente»

Gli studenti che hanno assistito all’incontro sono rimasti colpiti da questi ricordi d’infanzia, ma ancora più drammatico è stato l’impatto con Torino, ove il padre dell’autrice si era trasferito cercando di approfittare del boom economico che aveva nel capoluogo piemontese uno dei suoi fulcri. Trovò lavoro alla Mirafiori, ma condivideva la sorte di migliaia di operai che non avevano neanche un posto per dormire, avendo trovato precaria sistemazione presso dei parenti, dormendo per terra su un materasso nel gelido inverno del 1956 in una casa priva di riscaldamento. Pur di riunire la famiglia, allestì una baracca nel comprensorio di Viale Polonia ove due edifici diroccati dai bombardamenti della guerra avevano dato alloggio a sfollati, immigrati meridionali ed esuli che non avevano trovato posto nei CRP. Condizioni precarie, difficoltà abitative, ma tutto vissuto con la leggerezza di una bambina fino alla sistemazione in una casa popolare.

«Questo mio passato di esule è poi rimasto rimosso, lo ho affrontato dopo l’istituzione del Giorno del Ricordo quando ho cominciato a portare la mia testimonianza nel Liceo di Monopoli, ove adesso risiedo» ha raccontato la Mitton, che ogni anno ha raccontato a studenti e docenti una pagina diversa del suo vissuto fino a quando un’insegnante l’ha spronata a raccogliere tutto in un libro.

«Questo mio lavoro procedeva a rilento, troppe emozioni e lacrime versate nel raccogliere i miei ricordi – ha spiegato l’autrice – fino a quando ho letto il libro di un negazionista che minimizzava il nostro esodo e le nostre sofferenze. In poche settimane ho concluso il mio lavoro per fornire una testimonianza capace di confutare simili insinuazioni»

Il Fuori Salone dell’ANVGD realizzato in collaborazione con il Comitato provinciale di Torino ha in programma un ulteriore appuntamento con Nevia Mitton: sabato 11 maggio alle ore 18:30 presso il Circolo Istriani, Fiumani e Dalmati in via Parenzo 95/60 (angolo via Pirano) la comunità giuliano-dalmata torinese ascolterà quelle “memorie di una bambina istriana” che assomigliano ai ricordi e al vissuto di tanti di loro.

All’interno del Salone del Libro, invece, “In viaggio tra storia e ricordi degli esuli istriani. Il racconto dell’Esodo” è il titolo dell’appuntamento delle 16:30 presso la Regione Veneto (Padiglione Oval – Stand U126-V125) in cui Mauro Manca presenterà per la prima volta “Rotta 230° Ritorno alla terra dei padri. Diario di bordo” (Panoramika), resoconto del viaggio compiuto l’estate scorsa con l’imbarcazione Klizia da Fertilia (località di insediamento di profughi giuliano-dalmati in Sardegna) all’Istria. Subito dopo Egea Haffner, la bambina con la valigia “Esule giuliana N. 30.001” immortalata nella foto che è diventata icona dell’Esodo giuliano-dalmata, presenterà il libro che racconta la sua storia “La bambina con la valigia” (Piemme). Interverrà il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti, introduce e coordina gli incontri Lorenzo Salimbeni (Responsabile comunicazione dell’ANVGD).

Nel Padiglione Oval, infine, allo stand T169 l’ANVGD ha allestito assieme al Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata ha allestito la Bancarella. Salone del libro dell’Adriatico orientale. Sono qui esposte le più recenti pubblicazioni realizzate dall’ANVGD, spaziando dall’attrice polesana Alida Valli alla vita nei Campi Profughi, passando per le opere a fumetti pensate per le scuole e dedicate a figure come Nazario Sauro, Norma Cossetto e Nino Benvenuti. [LS]

La Voce del Popolo – 09/05/2024
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