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Gli anni ‘eroici’ della Lista per Trieste (Il Piccolo 12 apr)

LETTERE 

È di questi giorni la notizia che verrà messa in vendita la storica e prestigiosa sede della Lista per Trieste a Palazzo Scrinzi Sordina, in corso Saba 6, ponendo la parola fine «a un’epoca ormai da tempo sbiadita di glorie del Melone che da questa plancia di comando tenne in mano i destini della città» – come ha scritto Silvio Maranzana sul Piccolo di martedì 6 aprile.

Ebbene, la nostra vuole essere una testimonianza ancora pregna di quel sentimento unico e raro che abbiamo avuto la ventura – e direi il dono – di poter provare negli anni di gloria della Lista. Vorremmo soprattutto poter rendere omaggio a quell’immenso esercito di volontari che con la loro straordinaria dedizione si sono prodigati nelle eclatanti campagne elettorali, nei mega comizi, nella propaganda capillare, nelle estenuanti raccolte di firme, nelle irripetibili feste popolari, nell’organizzazione insomma di tutte le infinite manifestazioni che altrimenti non sarebbero mai state possibili.

Nella pagina di storia che ci ha visti coinvolti ci sarebbero tanti e tanti momenti da ricordare di entusiastica e viva partecipazione cittadina: l’indimenticabile carosello di macchine che attraversò la città tra due ali di popolazione festante che faceva a gara per acclamarci, abbracciarci, incitarci; le operazioni di pulizia della città e del Carso, di cui ricordiamo soprattutto la prima dove centinaia di cittadini, incappucciati nei sacchi delle immondizie per ripararsi dal freddo e dalla pioggia battente, muniti di scopa, ramazzavano le strade come se si trattasse del salotto buono di casa propria, mentre altri seguivano per rifocillarci e incoraggiarci, tanto da avere la sensazione di poter presentare, così, al mondo, una città rinnovata e purificata dalla nostra dedizione; le lunghe notti in Consiglio comunale più attraenti e affascinanti di qualsiasi pièce teatrale, le affollate assemblee popolari nei cinema, i comizi oceanici nelle piazze, di cui resta la spettacolare immagine di una piazza Unità, fiorita come per incanto sotto la pioggia da una miriade di ombrelli bianchi e rossi della Lista.

E ancora tanti altri episodi indimenticabili come la venuta del Presidente della Repubblica Sandro Pertini, quando un folto gruppo delle nostre donne vestite a lutto vollero denunciare con lo slogan «Trieste muore per l’incuria del governo!» la pesante depressione politica, morale, industriale di una città delusa nella sua tradizione e nei suoi valori, nel dopo Osimo.

Molti di noi impegnavamo tutto in questa esperienza straordinaria e spesso mettevamo a repentaglio la famiglia, il lavoro, il prestigio, la dignità, il portafoglio e mille altri interessi personali in un’euforia elettrizzante, quasi goliardica, irripetibile. Anni di gloria, di esaltazione, impegnativi anni di sacrificio, ma anni che è valso la pena vivere e che abbiamo avuto la fortuna di condividere con tante splendide persone, diverse per età, cultura, estrazione, mentalità, formazione, ma che ci hanno arricchito di amore, amore per Trieste, amore gli uni per gli altri, amici ai quali restiamo legati per la vita, amici che in tanti, purtroppo, ci hanno già lasciato sul campo e che non dimenticheremo mai.

Ebbene, possiamo ben dire di aver scritto una pagina di vera passione civile che ha saputo cogliere in tutte le sue più alte espressioni le interrogazioni e la narrazione di questa splendida città, Trieste.

Lori Gambassini

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