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Giovanardi: Lacota lupo a Triese e agnellino a Roma (Il Piccolo 23 ago)

di GIULIO GARAU

TRIESTE Può darsi che serva una nuova legge del governo di Zagabria di definitiva interpretazione dopo la sentenza della Corte suprema che ha confermato il verdetto del Tribunale amministrativo sul diritto alla restituzione dei beni nazionalizzati anche ai cittadini stranieri non solo ai croati. Era stato lo stesso governo croato, anni or sono, a ricorrere contro questa sentenza rivolgendosi proprio alla Corte suprema e anche questa volta la vicenda, già complicata, potrebbe ingarbugliarsi e dilungarsi.

«Ho qualche preoccupazione» lancia il sasso il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica, che spiega: «Secondo noi la sentenza della Corte suprema dà l’interpretazione, e già dal giorno dopo diventa esecutiva». Ma c’è un ma: «Le mie preoccupazioni – insiste Mantica – è che può darsi che serva una legge Croata di definitiva interpretazione. Sapendo come funziona in Italia con le leggi e quanto tempo serve perchè vedano la luce, mi immagino in questo momento In Croazia, alle prese con altre questioni, quanto tempo servirà».

Un ulteriore garbuglio diplomatico che a questo punto solo Zagabria potrà chiarire e dipanare e nel frattempo in Italia, dopo la positiva sentenza che comunque riguarda specifici casi (oltre 4 mila cittadini stranieri di cui oltre mille italiani che hanno fatto domanda entro i termini) si apre un botta e risposta tra esuli e ministero degli esteri. A fare da scintilla la posizione del sottosegretario Carlo Giovanardi che ha affrontato anche la questione dei beni abbandonati tornando sulla questione dei rimborsi che deve fare l’Italia e sulle rivalutazioni. Una questione su cui ha tuonato ieri in particolare il presidente dell’Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota.

Mantica comunque, pur invitando alla cautela, è fiducioso: «Questa sentenza oltre agli italiani riguarda austriaci e sloveni di origine croata – commenta – e che rivendicano dei beni in quelle terre. Senza porre alcun veto alla Croazia per l’entrata nell’Ue, se risolvessero questo problema prima dell’ingresso, sarebbero accolti con qualche sorriso in più dai loro vicini di casa».

Quello che emerge è comunque l’esigenza da una parte di nuovi accordi bilaterali tra Italia e Croazia, ma anche della soluzione dei tanti nodi ancora aperti sulla questione dei beni abbandonati degli esuli. Ieri Lacota è intervenuto pesantemente sulle dichiarazioni di Giovanardi che sosteneva che è l’Italia che deve pensare ora a risarcire gli esuli. Ha detto che «Ciò che dice (Giovanardi ndr) è in parte vero ma è ripugnante sentire dal sottosegretario che ora alla luce della sentenza non si può chiedere alla Croazia di restituire i beni». Il presidente dell’Unione degli istriani insiste sul fatto che chi ha subito l’esproprio della casa ha il diritto inalienabile di averla in restituzione e che è «grave e preoccupante che un membro del governo in contraddizione con ministro e sottosegretario agli esteri che ci avevano confortato in questo senso, lo sostenga».

Gelida la replica, ieri, dello stesso Giovanardi a Lacota.

«Quello che è ripugnante è che Lacota continui a pigliare in giro gli esuli dicendo cose assurde e incredibilmente fuori dalla realtà sulla restituzione dei beni. Cosa vuole che dichiariamo guerra a Slovenia e Croazia? Io sono sincero e quello che dico a Trieste lo ripeto a Roma. E so che chi fa il lupo a Trieste viene poi a Roma a fare l’agnellino».

Non ammette repliche il sottosegretario Giovanardi che ripete: «Quello che ho dichiarato al giornale lo hanno detto anche gli altri – conclude – ho detto che storicamente si è concluso un processo, lo Stato Italiano deve pagare i risarcimenti agli esuli e che è ancora inadempiente».

Lo stesso Mantica getta acqua sul fuoco delle polemiche e dà ragione a Giovanardi e in parte anche a Lacota. «Hanno detto entrambi cose vere – sostiene – Da una parte c’è la sentenza della Corte suprema che apre tutta una serie di questioni davanti ai Tribunali su casi specifici. Dall’altra c’è la questione degli indennizzi agli esuli e ai risarcimenti che spettano all’Italia. Se l’Italia avesse affrontato tempo addietro questo problema con la Croazia non ci troveremmo in questa situazione».

In ballo ci sono 110 milioni di euro che Slovenia e Croazia devono a titolo di eredi del debito contratto verso l’Italia dall’ex Jugoslavia. «Lubiana ha già aperto un conto con 55 milioni – conferma Mantica – e ci ha già detto che quando vogliamo si chiude. La Croazia invece li ha messi nel suo bilancio».

Tante questioni ancora aperte, troppe forse. «I passaggi sono due – insiste Mantica – la prima è che bisogna regolare le questioni con la Croazia. Bisogna fare degli incontri e arrivare a degli accordi. Da una parte c’è il dovere di Zagabria di restituire ai cittadini quei beni ancora disponibili. Poi che ci sia un’indennizzo ed è talmente chiaro che non serve discutere e parlo dei 35 milioni fissati ancora dell’accordo di Osimo».

E c’è la questione di cui parla anche Giovanardi: «Sì – conclude Mantica – fatto tutto il lavoro che manca, compresa la questione dei documenti che riportano ancora i nomi non in italiano e con la dicitura ex-jugoslavia, ci deve essere l’indennizzo con la rivalutazione. Giovanardi ha ragione quando dice che sono cifre ridicole perchè al valore attuale parliamo di 2-3 miliardi di euro. C’è un grosso deficit politico dell’Italia, ma bisogna dare atto a Berlusconi di avere finalmente aperto con il sottosegretario Gianni Letta un tavolo degli esuli a Roma per cercare di chiudere finalmente tutti questi nodi».

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