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Genova: ammutinamento a sinistra sulle Foibe (Il Giornale 17 apr)

di Fabrizio Graffione

GENOVA «Smentite?». «Ma è vero quello che hanno scritto?». «La pensate davvero così?». «Perché non dite niente?».
Più o meno l'assessore provinciale alla Cultura Devoto, fra i corridoi di Palazzo Spinola, ha reagito così alla serie di interviste, in pratica un normale piccolo sondaggio, sul caso del negazionismo della pulizia etnica delle foibe «promosso» dalla Provincia e pubblicato l'altro giorno sulla nostra edizione. In sostanza una chiamata al «contrordine» compagni.

Che non è stato accolto. Non ha avuto successo perché, come hanno dimostrato altre volte, e il presidente Repetto lo sa molto bene, i consiglieri e gli stessi «compagni» assessori intervistati l'altro giorno hanno semplicemente risposto a una domanda ragionando con la propria testa e secondo la propria coscienza. Mica è gente del «Minculpop». Hanno dimostrato cioè, ancora una volta, come, per fortuna, oggi si possa essere di sinistra, ma liberi di esprimere le proprie idee e ideologie senza uniformarsi e senza beffare la verità storica come per anni qualcuno ha voluto fare. Una dignità, quella di quei consiglieri e assessori intervistati, che è soprattutto umana più che politica. Una lezione di democrazia, di coraggio e di libertà di pensiero che purtroppo, e probabilmente più nel centrodestra che nel centrosinistra, non siamo abituati a vedere mica così spesso.

«L'assessore Devoto mi è venuto a parlare sul caso delle foibe – afferma il capogruppo del Pd Gronda – ma ribadisco la mia libera opinione. È stata una pulizia etnica-politica mentre quella contro gli ebrei è stata puramente etnica. È vergognosa ogni strumentalizzazione politica. Sui numeri dei morti mi affido agli storici indipendenti. Sono loro che asetticamente devono darci le giuste proporzioni».

«L'assessore Devoto è venuto a chiedere spiegazioni pure a me – ammette il consigliere di Rifondazione Pastorino – ribadisco che sì, c'è stata pulizia etnica. Occorre però contestualizzare il momento storico e non strumentalizzare quei terribili fatti».

«Se la vogliamo dire tutta e se l'assessore Devoto insiste – attacca Pastorino – dobbiamo anche onestamente dire che le vittime italiane di quella pulizia etnica sono state dimenticate e cancellate pure dai libri di storia per oltre 30 anni. I politici di destra e di sinistra se ne devono vergognare».

Ieri mattina è continuato il silenzio assordante del presidente Repetto. Tutti gli altri intervistati non hanno però chiesto smentite, dal presidente del Consiglio Barisione agli assessori Puttini e Fossati al capogruppo Udc Gioia al capogruppo dei Verdi Spanò, al consigliere di Sinistra e libertà Corradi, che era più dalla parte di Devoto. Tutti tranne uno. E per una vocale.

L'opinione di Fraccavento, consigliere di Rifondazione, era stata pubblicata così: «È stata pulizia etnica e si è trattato anche di vendette contro chi aveva occupato le loro terre». Ieri Fraccavento ha precisato: «È stata pulizia etnica o si è trattato di vendette contro chi aveva occupato le loro terre. Anche a me Devoto ha parlato delle mie dichiarazioni dell'altro giorno, ma meglio di così non so proprio che altro precisare. Questo è il mio libero pensiero».

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