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Fiume sborsa 85mila euro per il panfilo di Tito (Il Piccolo 11 giu)

FIUME Tito colpisce ancora. Si potrebbero descrivere in questo modo le spese che la Città di Fiume – in qualità di titolare – deve sostenere per rimettere in sesto l’ex yacht del defunto Maresciallo jugoslavo, il ”Galeb”. L’ultimo finanziamento in ordine di tempo riguarda la tassa di ormeggio di questa leggendaria nave, da ormai 10 anni situata al Cantiere navale Viktor Lenac, in quel di Martinscica, nelle immediate vicinanze di Fiume. Sul sito Web della municipalità fiumana è apparsa la notizia che dalle casse comunali si dovranno attingere 617mila kune, pari a 85mila e 300 euro, per il periodo che va dal mese di novembre dell’anno scorso alla fine del 2010.

Tale somma sarà versata appunto allo stabilimento posizionato nella Baia di Martinscica. Va ricordato che sul finire del 2009, lo yacht presidenziale del ”più grande figlio dei popoli e delle nazionalità della Jugoslavia” – come era definito Josip Broz, deceduto nel 1980 – era stato acquistato all’incanto dal Comune di Fiume, tradizionalmente in mano al centrosinistra, per una cifra di 150mila dollari. La compravendita era avvenuta dopo una lunga e tormentata vicenda, cominciata nel 2000, anno in cui il ”Galeb” (”Gabbiano”) era giunto nel cantiere quarnerino, per essere sottoposto a inderogabili lavori di restauro. Il bello è che il suo proprietario, l’armatore statunitense di origini greche John Paul Papanicolau, non si è mai preso la briga di procedere effettivamente all’opera di riparazione e ammodernamento per trasformarlo – stando a quanto annunciato – in un lussuoso panfilo.

Con il trascorrere degli anni e senza che Papanicolau versasse un centesimo, il debito nei confronti del ”Lenac” e degli addetti al controllo e alla sicurezza del ”Galeb”, è aumentato a dismisura, costringendo il tribunale a mettere all’asta l’ex nave scuola. Nel frattempo il competente ministero, su proposta della municipalità fiumana, ha proclamato il panfilo ”Galeb” quale bene culturale, in regime di speciale tutela. Circa due anni fa, l’amministrazione cittadina ha speso mezzo milione di kune (circa 69mila euro) per interventi di risanamento, in quanto l’acqua piovana entrava a volontà nella nave e c’era addirittura il rischio che affondasse. All’inizio di questo anno, altri lavori di manutenzione e altra spesa, con l’unica buona notizia legata al fatto che lo scafo del ”Galeb”, secondo un team di esperti, è comunque in buone condizioni, molto migliori di quanto ci si aspettasse.

Siccome si è di fronte a un bene culturale, a Fiume attendono che il citato dicastero si esprima sulle condizioni che dovranno essere rispettate per riportare l’ex ”casa galleggiante” di Tito agli antichi fasti. Si tratterà senz’ altro di un robusto investimento, con mezzi attinti dal Bilancio cittadino. Dopo l’opera di restauro, si stabilirà il riutilizzo del ”Galeb” che, a quanto pare, sarà trasformato in nave-museo. Solo così Fiume potrà recuperare i mezzi investiti e avere degli utili da una nave che per decenni, con a bordo Tito, ha solcato i mari di tutto il mondo.

Andrea Marsanich

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