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Fernetti, il degrado dopo la caduta del confine (Il Piccolo 09 dic)

di RICCARDO TOSQUES

MONRUPINO Dovrebbe essere il biglietto di visita dell’Italia per chi arriva dall’Est Europa. La frazione di Fernetti giace invece nell’abbandono più totale. Le attività commerciali si sono quasi estinte, le abitazioni nei dintorni stanno perdendo di valore e l'indisciplina degli automobilisti, che dalla Slovenia entrano in Italia a velocità ben oltre il limite, sta continuando a mettere a repentaglio l'incolumità degli oltre cento residenti della frazione, ormai esasperati. Più di qualcuno inizia a rimpiangere l'ex confine…

VIABILITA' In questo quadro poco idilliaco, si registra comunque una notizia positiva: la recente ”fresatura” e il rifacimento dell’asfalto da parte dell’Anas sia nel piazzale antistante la frontiera sia su un pezzo del collegamento con l'autostrada. Un lavoro che però, paradossalmente, potrebbe essere reso vano a breve, perché secondo indiscrezioni le pensiline dell'ex confine dovrebbero essere smantellate fra non molto.

«Se l'Anas ha appena rifatto il manto stradale, significa che i lavori di smantellamento del valico saranno procrastinati, oppure, come si vocifera, appena fatta la ”fresatura” del piazzale ci troveremo di nuovo con i lavori in corso, che daranno poi origine a un seconda fresatura?». Il capogruppo consiliare di Insieme per Monrupino, Angelo Barani, è preoccupato.

Residente a Fernetti da decenni, la sua battaglia per riqualificare la frazione è incessante: «Auspichiamo che l'ente preposto a tracciare la segnaletica orizzontale operi con intelligenza – sotttolinea Barani – in modo che chi vuole andare nella propria abitazione o nell’unica attività rimasta, non sia costretto ad andare in Slovenia e a tornare indietro, come già accade adesso».

COMMERCIO Nel piazzale antistante l'ex valico di confine, dalla parte italiana la quasi totalità delle attività commerciali ha dovuto chiudere per mancanza di clientela. Il motivo, secondo i residenti, è anche dovuto ai controlli delle forze dell'ordine, effettuati giornalmente proprio nello spazio antistante le attività commerciali.

«Dopo l'apertura dei confini la situazione è divenuta davvero critica, tanto è vero che dallo scorso dicembre ho dovuto chiudere il bar per mancanza di entrate», spiega Igor Krt.

Dello stesso avviso anche Riccardo Carli, proprietario di un una piccola gioielleria: «C'è una crisi ormai latente, che nella nostra zona ovviamente si fa sentire ancora di più. L'unica soluzione sarebbe quella di ripristinare il valico, cosa però impossibile».

La farmacia locale, gestita da Patrizia Dolce, ha dovuto invece chiudere bottega e spostarsi 200 metri più in là, in direzione Opicina, zona più tranquilla nella quale le auto non sfrecciano a velocità impossibili.

ABITAZIONI Il valore commerciale delle abitazioni di Fernetti ha avuto un decremento di circa il 30/40 rispetto al valore originale. La stima del calo è di Barani, che punta l’indice sull’eliminazione del valico. «Abbiamo subito un aumento del traffico, con oltre 2.500 camion al giorno e con le automobili che sfrecciano a velocità folli. Per questi motivi siamo la frazione più sfortunata del comune di Monrupino. E sempre per questo, pur essendo io totalmente favorevole all'apertura dei confini con la Slovenia, rimpiango l'epoca in cui c'era il blocco, quando a Fernetti la vita era vita».

 

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