“I fatti delle ultime settimane confermano la necessità di un incontro urgente di noi esuli con i membri del Tavolo governativo”. E’ quanto afferma Renzo Codarin, Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli, che sin da ieri mattina, dopo la prima comunicazione arrivata da Guido Brazzoduro sulla sospensione della cerimonia per il francobollo dedicato a Fiume, ha seguito con preoccupazione l’evolversi della vicenda. “La richiesta ai membri della Presidenza del Consiglio – afferma – è già stata inoltrata nei giorni scorsi, dopo un susseguirsi di segnali che sono motivo di grande preoccupazione per tutti noi, vedi il dibattito sulle pensioni che potrebbe venir vanificato dall’approvazione della Finanziaria. Il fatto di ieri, legato all’emissione del francobollo, che noi tutti stavamo aspettando con entusiasmo, è l’ennesima conferma che l’attenzione nei nostri confronti, da parte del Governo, è discontinua e frammentaria, relegata ad alcuni ambiti che chiaramente non dialogano con le strutture di competenza. Ecco perché abbiamo chiesto un incontro che oggi, alla luce di quanto successo con il francobollo, si rivela più urgente che mai”.
Dai contatti avuti con i singoli ministeri negli ultimi giorni, risulta chiaramente uno scollamento tra le reali intenzioni di considerare quali legittime le richieste degli esuli, e singoli comportamenti che vanificano un lavoro portato avanti con impegno e pazienza. “Il Governo deve tener conto degli equilibri nei rapporti con gli Stati – afferma Codarin – ma non certo calpestando la nostra dignità di cittadini esemplari e leali. E’ quanto diremo all’incontro dal quale ci attendiamo una svolta nei rapporti tra il nostro mondo e i massimi rappresentanti delle pubbliche istituzioni”.
Il francobollo – aggiunge ancora Codarin – “dimostra quanta strada ci sia ancora da percorrere per il superamento dei sensi di colpa dei popoli ex jugoslavi nei confronti di una storia al di là dall’essere stata chiarita. Anche questo è un compito che intendiamo perseguire con forza e tenacia, com’è nella nostra natura di gente giuliano-dalmata”.
Trieste, 31 ottobre 2007