ANVGD_cover-post-no-img

Delegazione ANVGD Perugia, ”L’esodo e le contraddizioni dell’accoglienza”

Si è celebrato oggi il Giorno del Ricordo, dedicato, per legge dello Stato, agli italiani vittime delle foibe. Lo scorso 10 febbraio tutte le manifestazioni furono annullate per la neve, ed il programma previsto nella giornata istituzionale è stato integralmente recuperato oggi. Nella Sala dei Notari si è svolta la manifestazione principale, che ha avuto come tema l’accoglienza ai profughi. Se ne è parlato con relazioni, testimonianze e la proiezione di un documentario. Il pubblico era costituito soprattutto dai ragazzi delle scuole perugine coinvolte nell’iniziativa.

L’esodo dei giuliani dalmati e le contraddizioni dell’accoglienza era infatti il titolo della conferenza-dibattito, organizzata dal Comune, dall’Istituto di storia dell’Umbria contemporanea (Isuc) e dall’Ufficio scolastico regionale. Ha coordinato i lavori il Prof. Mario Tosti, presidente dell’ Isuc. Il tema è molto importante quanto poco conosciuto. Per non soggiacere all’intimidazione, alla violenza e alla snazionalizzazione, infatti, oltre 300.000 istriani, fiumani e dalmati, dopo la guerra lasciarono per sempre le terre dove avevano per secoli vissuto e andarono incontro ad un destino ignoto e spesso doloroso.

Franco Papetti (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) ha detto che gli esuli dalmati “furono accolti con sufficienza, se non con ostilità”, e che parlarne oggi è importante perché “le democrazie hanno il dovere di ricordare anche drammi e tragedie, non solo le vittorie”. Nell’intervento con cui il vice sindaco, Nilo Arcudi, ha aperto la manifestazione a nome del Comune, è stato sottolineato che “il Giorno del Ricordo è anche una idea di futuro. Un futuro che per i ragazzi che sono oggi qui può essere anche il presente, qualcosa che li riguarda direttamente. Un futuro non utopistico in cui non si possa nemmeno pensare di regolare conti e decidere controversie con la distruzione, pura e semplice, del “nemico”; un futuro in cui siano inconcepibili certe aberranti “soluzioni finali” di cui la storia umana è stata prodiga. Ma perché questo possa accadere – ha concluso Arcudi – la storia non deve essere dimenticata. Sarebbe un torto drammatico alle vittime, in questo caso alle vittime italiane delle foibe, ma anche a noi stessi”.

La manifestazione è stata seguita da un concerto alle ore 18, sempre nella Sala dei Notari, nel quale sono state eseguite, tra le altre, musiche di un grande istriano, Giuseppe Tartini, un maestro del Barocco italiano, mentre alle ore 16 una corona di alloro è stata deposta nel Parco intitolato ai Martiri delle Foibe.

(fonte www.umbrialeft.it 16 marzo 2012)

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.