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Croazia: piano austerity per entrare in UE (Il Piccolo 22 apr)

di ANDREA MARSANICH

ZAGABRIA In Europa sì ma con i conti risanati o almeno non gravati come quelli attuali. Il traguardo dell’adesione della Croazia all’Unione europea potrebbe essere centrato nel 2012 e per allora il Paese deve essere in qualche modo raddrizzato finanziariamente. Sono gli intendimenti della premier Jadranka Kosor (centrodestra), che ha presentato il programma governativo di rilancio economico, un piano che certuni giudicano fallito in partenza mentre altri lo definiscono una medicina molto amara ma che potrebbe dare risultati importanti.

A 10 mesi dall’avvento ai Banski dvori al posto del dimissionario Ivo Sanader, la Kosor ha esposto lo strategico documento, che avrà bisogno naturalmente dell’avallo parlamentare. C’è di tutto: abrogazione il primo novembre (a due mesi dal termine fissato in precedenza) della tassa del 6% per i redditi superiori agli 827 euro, eliminazione delle agevolazioni fiscali, tagli alle cosiddette pensioni privilegiate, incluse quelle ai reduci della guerra contro i serbi, nuove aliquote d’imposta per i salari, riduzione del 5% del numero di occupati nell’amministrazione statale (3mila persone) e nelle aziende pubbliche (altri 5mila dipendenti). E poi niente più indennizzo ferie, gratifiche natalizie e strenne ai bambini nelle imprese pubbliche e statali, quivi compresa una riduzione salariale del 10%.

Arriverà anche una revisione del Bilancio. Ci sono anche altre misure tese al risparmio, più o meno significative. Comunque il rispetto del programma sarà seguito mese per mese, senza sconti (Kosor dixit) per nessuno. Difficile quantificare in soldoni il modello kosoriano, anche se gli esperti della Banca nazionale croata parlano di risparmi per decine e decine di milioni di euro. Il programma è stato infatti appoggiato dalla Banca nazionale, guidata dal rigoroso governatore Zeljko Rohatinski. Non così invece le associazioni sindacali, che hanno parlato di mosse ingiuste verso i lavoratori, soprattutto quelli più giovani. Il loro futuro, sostengono i leader sindacali, si presenta nero, come pure quello della classe media, destinata a essere tartassata da imposte e limitazioni, che spegneranno questa forza motrice della società. Anche i leader della Confindustria croata hanno stigmatizzato il nuovo credo finanziario del governo, rilevando che le misure vanno soltanto a favore della stabilizzazione delle finanze e della spesa pubbliche. «C’è poca economia in questo piano di risanamento» ha sottolineato il presidente dell’organizzazione, Vladimir Ferdelji, aggiungendo che un simile programma azzererà l’industria nazionale.

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