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Crimini di guerra: Karadzic arrestato a Belgrado (Il Piccolo 22 lug)

BELGRADO Il serbo-bosniaco Radovan Karadzic, in cima alla lista dei più ricercati per i crimini commessi durante le guerra nei Balcani, è stato arrestato in Serbia. Ne hanno dato notizia fonti del governo di Belgrado. L'arresto, ha annunciato il presidente serbo Boris Tadic, è stato compiuto dalle forze di sicurezza di Belgrado. Tadic ha fatto sapere che, appena catturato, Karadzic è stato portato di fronte ai giudici del Tribunale penale internazionale. Incriminato di genocidio e crimini di guerra e in fuga da circa 13 anni, aveva sulla propria testa una taglia di 5 milioni di dollari messa dal governo degli Stati Uniti. Il primo atto di accusa contro Karadzic, ricercato in particolare per la strage di Srebrenica che costò la vita a circa 8000 persone nel 1995, è stato emesso poco dopo quella data. Radovan Karadzic, e il suo braccio destro militare Ratko Mladic, attualmente in fuga, sono considerati come i principali responsabili di quel massacro, il peggiore commesso in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale
Karadzic era insieme a Ratko Mladic e Slobodan Milosevic la figura simbolo delle brutalità commesse durante le guerre balcaniche che in Bosnia sono costate la vita a 200.000 civili bosniaci e croati. Nato a Petnjica, nel nord del Montenegro da un padre che aveva fatto parte dei Cetnici, il gruppo monarchico jugoslavo che combatteva contro la resistenza partigiana comunista di Tito, si trasferì a Sarajevo, in Bosnia Erzegovina, per studiare di psichiatria. Amante della poesia, si avvicinò allo scrittore nazionalista serbo Dobrica che lo incoraggiò a intraprendere la carriera politica. Nel 1989 fu tra i protagonisti della fondazione in Bosnia Erzegovina del Partito Democratico Serbo (Srpska Demokratska Stranka) che si proponeva di proteggere e rafforzare gli interessi dei Serbi di Bosnia Erzegovina. Il 3 marzo 1992 un referendum cui avevano partecipato solo i Croato-Bosniaci e i Bosniaci Musulmani (mentre era stato boicottato dai Serbi di Bosnia), sancì l'indipendenza della Repubblica dalla Jugoslavia. Poco più di un mese dopo la Bosnia Erzegovina venne riconosciuta dall'Onu come uno stato indipendente e sovrano, ma i Serbi di Bosnia non riconobbero il nuovo stato e proclamarono la nascita nei territori a prevalenza serba della Repubblica Serba (Republika Srpska), di cui Karadzic divenne presidente. È accusato di aver ordinato la «pulizia etnica» di popolazioni bosniache e croate. Dal 1996 è ricercato per crimini di guerra dal Tribunale Penale Internazionale per i Crimini nella Ex-Jugoslavia.
La sua capacità di evadere la cattura per otto anni ha fatto di lui un eroe popolare in alcuni ambienti nazionalisti serbi. Nel 2001 centinaia di suoi sostenitori hanno manifestato in sua difesa nella sua città natale. Nel novembre del 2004 corpi militari britannici della Nato fallirono un'operazione militare organizzata per la cattura sua e di altri sospettati. Nel marzo del 2003 la madre, Jovanka, lo invitò pubblicamente a non arrendersi, ma nel 2005 i leader serbo-bosniaci lo invitarono ad arrendersi e meno di un mese fa sua moglie Liljana Zelen si è unita al coro, chiedendogli di consegnarsi.

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