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Confini contesi: incontro Sanader-Pahor (Il Piccolo 21 mar)

di MAURO MANZIN

TRIESTE Il sasso gettato nel mare diplomatico dall’Unione europea, relativamente al contenzioso confinario tra Slovenia e Croazia e il relativo blocco della prima all’ingresso della seconda nell’Ue, ha già sortito i suoi primi effetti. Tra Lubiana e Zagabria, infatti, si è messa in moto quella che alcuni osservatori a Bruxelles hanno già ribattezzato la «diplomazia del silenzio». A margine del vertice dei premier dei Ventisette, infatti, si sono incontrati il premier sloveno Borut Pahor e quello croato, Ivo Sanader, mentre Pahor ha avuto un colloquio riservato anche con il commissario europeo all’Allargamento, Olli Rehn.

L’oggetto del mini-summit è stata proprio la proposta formulata nei giorni scorsi da Rehn. Ossia, che Slovenia e Croazia sottoscrivano un accordo in cui si dichiari che nessun documento datato dopo il 25 giugno 1991 (data della proclamazione dell’indipendenza delle due repubbliche ex jugoslave) potrà essere utilizzato nel contnezioso bilaterale sui confini. Accordo che vanificherebbe di fatto il veto di Lubiana all’adesione di Zagabria nell’Ue rea, secondo gli sloveni, di aver presentato proprio nel corso della mediazione per l’ingresso in Europa cartine geografiche e dichiarazioni che davano il problema come già risolto.

Da parte slovena non è trapelato alcun commento e il premier Pahor si è trincerato in un ferreo silenzio stampa sull’argomento. Olli Rehn, invece, ha ribadito che la firma del documento costituirebbe sicuramente «un forte passo in avanti che rafforzerebbe la fiducia tra i due Paesi». Positivi anche i commenti di un meno abbottonato Sanader che ha definito la proposta della Commissione europea un’ulteriore progresso nel dialogo per l’adesione. «Se i nostri due Paesi – ha aggiunto il premier croato – sottoscrivono l’accordo in base al quale nessun documento datato dopo la proclamazione dell’indipenda può essere usato nel contenzioso confinario sarà questo sicuramente un grande passo in avanti e toglierebbe dal tavolo tutte le questioni per le quali la Slovenia ha bloccato il nostro processo di adesione all’Unione europea». Sanader, tra l’altro, ha ricevuto il pieno appoggio all’ingresso della Croazia nell’Ue nel 2009 dall’intero gruppo dei Popolari europei.

Il primo ministro croato si è anche detto favorevole alla costituzione di una commissione sloveno-croata guidata dal premio Nobel per la pace Martti Athisaari. «Prima però – ha precisato – bisognerà chiarire qual è il mandato di questo gruppo di lavoro». Dunque, Sanader non dice di no a quella che è una via diplomatica fortemente sponsorizzata dalla Germania guidata dalla cancelliera Angela Merkel, ma, almeno, per ora, non abbandona la volontà del suo Paese di giungere comunque a una soluzione definitiva davanti a un arbitrato internazionale. «Quando sono le parti politiche a disegnare i confini – ha concluso – non è mai un bene e si creano ulteriori problemi anzichè risolvere quelli già esistenti».

E proprio questo sembra ora diventare lo scoglio diplomatico su cui tutto rischia nuovamente di arenarsi. Perché la Slovenia di arbitrato internazionale non ne vuol sentir parlare e si dice pronta, invece, a profondere ogni sforzo per risolvere la questione sul piano politico-diplomatico.

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