Celebrate le vittime della repressione titina del 5 maggio 1945

Come è stato ai tempi del dominio asburgico, come sarà anche nel novembre ’53, così nel maggio del 1945 la popolazione triestina ha sentito che si voleva privarla di due valori fondanti, Italia e Libertà.

La mattina del 5 maggio migliaia di triestini, in una manifestazione spontanea formatasi dietro ad un tricolore, sono scesi in piazza per reclamare appunto Italia e Libertà.

Una scelta esplicita per dire NO a chi invece voleva imporre la Jugoslavia (e non l’Italia) e il Comunismo (e non la libertà).

Una scelta eroica perché erano bastati pochi giorni per far capire il regime di terrore che si stava imponendo.

E l’eroismo di quella scelta ha trovato tragica conferma nei colpi di mitragliatrice degli uomini con la stella rossa che hanno lasciato senza vita i cinque caduti di via Imbriani, oltre le decine e decine di feriti.

La manifestazione del 5 maggio, sancita dal sangue , fu un segnale manifesto della volontà dei Triestini di cui i governi, democratici, di Londra e di Washington non poterono non tener conto: e il 12 giugno gli uomini con la stella rossa lasciarono, loro malgrado, la città di San Giusto.

Per Trieste fu la liberazione da quell’incubo di terrore iniziato il primo maggio.

Ma tutto ciò anche grazie al sacrificio di quei nostri concittadini: Mirano Sancin, Carlo Murra, Claudio Burla, Giovanna Drassich, Graziano Novelli.

Lo stato italiano, nella persona del Presidente Ciampi ha accolto, sia pur tardivamente – solo nel 2004 – la richiesta della Lega Nazionale di conferirvi la Medaglia d’Oro alla memoria.

Il Comune di Trieste e la Lega Nazionale rinnovano peraltro ogni anno il ricordo del loro sacrificio e ribadiscono il senso di gratitudine perchè con il loro eroismo è stata liberata la città di San Giusto da un futuro sotto l’incubo della stella rossa.

Avv. Paolo Sardos Albertini
Presidente della Lega Nazionale

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