Cartelli segnaletici per il quartiere di insediamento degli esuli ad Alessandria

Alessandria intende valorizzare la memoria storica e la presenza in Città del “Villaggio Istriani, Fiumani e Dalmati”: luogo di residenza di tanti profughi Italiani che – a seguito del Trattato di pace del 10 febbraio 1947 che assegnava alla Jugoslavia l’Istria e la maggior parte del territorio della Venezia Giulia – hanno raggiunto Alessandria.

Dei circa 350.000 tra Istriani, Fiumani e Dalmati costretti, alla fine del secondo conflitto mondiale, a compiere verso l’Italia quel drammatico esodo, in questo settantennio alcuni di loro e dei loro discendenti hanno costituito e continuano a costituire una componente laboriosa, creativa, pienamente integrata e significativa anche della Comunità alessandrina.

Il loro “Villaggio” – uno dei più ampi in Italia, ben più capiente dello stesso Quartiere XXXI
Giuliano-Dalmata di Roma – rappresenta dunque per la Città un luogo e un’icona importante, espressiva di una presenza che merita essere ricordata e valorizzata, anche sotto l’aspetto toponomastico.

«La Legge 137/1952 che riserva ai profughi l’assegnazione di abitazioni di edilizia popolare, ha i suoi effetti anche sul territorio alessandrino sul quale, al pari di quanto accade in altre località italiane, vengono edificati alloggi di carattere “popolare e popolarissimo”. Infatti, il 25 luglio dello stesso anno, i Rappresentanti delle principali Istituzioni cittadine interessate dal provvedimento (Sindaco, Presidente dell’Istituto Autonomo Case Popolari e Dirigenti dell’Ufficio Tecnico Comunale), si riuniscono allo scopo di individuare le aree e tutte le altre modalità della costruzione degli alloggi che, come si legge in una nota diramata dall’Agenzia Territoriale della Casa di
Alessandria, deve avvenire “sollecitamente”.
A tale proposito, vengono formate delle apposite Commissioni che […] individuano nel quartiere Cristo la porzione di territorio idoneo ad ospitare i nuovi fabbricati. Si tratta di un’area situata ai margini del tessuto urbano cittadino, non lontano dal complesso delle Casermette di via Acqui. Il progetto, approvato il 31.08.1953, in fase di realizzazione ha un ridimensionamento: 207 abitazioni di cui 5 con tre camere più servizi, 17 con due camere più servizi e 185 con una camera e servizi, assegnate ai profughi, in virtù dello stato lavorativo, a partire dal 1959» [fonte: Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Società Contemporanea “Giorgio Agosti” – http://intranet.istoreto.it/esodo/luogo.asp?id_luogo=10]

Merita sottolineare che la data della cerimonia è stata scelta in modo non casuale. Ricorre infatti il 5 ottobre la data di anniversario della tragica morte di Norma Cossetto (Visinada, 17.05.1920 – Antignana, 5.10.1943), studentessa istriana, seviziata e uccisa ad Antignana nella foiba di Villa Surani, alla memoria della quale nel 2005 il Presidente della Repubblica Italiana ha conferito la Medaglia d’Oro al Merito Civile.

Per questo, dopo lo scoprimento toponomastico, ci si recherà presso il Giardino Norma Cossetto (ubicato al centro del Villaggio) per porgere simbolicamente delle rose in ricordo di questa giovane italiana.

Il Presidente del Consiglio Comunale
Giovanni Barosini

Il Sindaco di Alessandria
Giorgio Abonante

 

 

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