Il quotidiano sloveno di Capodistria “Primorske Novice” riporta oggi un commento di Helena Racè, secondo il quale l’amministrazione comunale capodistriana starebbe progettando di approfondire ulteriormente il confine amministrativo del territorio nazionalmente misto che di fatto già divide il territorio comunale dagli abitati dell’entroterra. Per risparmiare poco più di 80 mila Euro, pare, vorrebbe tagliare i fondi destinati all’insegnamento della lingua italiana nelle scuole elementari slovene di Dekani, Gračišče, Maresego e Smarje. La giornalista, nel suo commento, tra l’altro, si chiede quanto verrebbe a costare al Comune un’eventuale futura disoccupazione per tutti quei cittadini capodistriani che vorrebbero impiegarsi in un ente pubblico dove, per legge è richiesta la conoscenza obbligatoria della lingua italiana. La conoscenza dell’italiano, anche al di fuori del territorio nazionalmente misto – sottolinea la Racè – contribuisce ad arricchire la conoscenza e la vita degli abitanti di una regione che non conosce queste divisioni né al proprio interno né nei confronti del più ampio spazio culturale della vicina Italia. Evidentemente per il signor sindaco e per la sua amministrazione, questi valori non riescono a pareggiare quelli delle feste, dei fuochi d’artificio o di altre manifestazioni con cui soddisfare il momentaneo feeling della cittadinanza.
A quanto pare, il Comune-città di Capodistria ha già informato i presidi delle scuole periferiche interessate che, probabilmente, smetterà di assicurare i mezzi per lo stipendio degli insegnanti d’italiano come materia aggiuntiva, ma frequentata da quasi tutti gli alunni.
Difficile a credere che nel vicino comune di Capodistria possa succedere anche questo. Soprattutto, dopo che lo stesso sindaco, in un’intervista pubblicata recentemente sul quotidiano triestino, ha avuto non poche critiche sull’operato del sindaco di Trieste e della sua amministrazione. Tra i suoi consigli, assolutamente gratuiti, per fortuna, nessuno che suggerisca alla giunta comunale di Trieste anche come comportarsi nei confronti della minoranza slovena. Dite che, da questa parte del confine, ci sia da preoccuparsi?
Silvano Sau
“La Voce del Popolo” 14 febbraio 2012
