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Bozanic: fare piena luce sulle vittime del comunismo (Voce del Popolo 25 set)

JASENOVAC – Ieri il cardinale di Zagabria, Josip Bozanić, ha guidato circa 400 sacerdoti nel pellegrinaggio a Stara Gradiška e Jasenovac, ovvero nei luoghi in cui hanno perso la vita tante persone innocenti. Prima della partenza il cardinale ha messo in evidenza che nell'anno del sacerdozio, che si celebra nell'Arcidiocesi di Zagabria, si vuole rendere il dovuto omaggio a tutti i sacerdoti che hanno sofferto e dato la vita perché la Chiesa continuasse ad esistere. In mattinata, a Stara Gradiška, dopo aver visitato il famigerato carcere, il cardinale si è soffermato nel luogo in cui si sta ricostruendo la chiesa, distrutta nel 1948. Rivolgendosi ai pellegrini, ha sottolineato che “sostando in questi luoghi non è difficile immaginare le sofferenze dei prigionieri. Soprattutto dei sacerdoti, perché nel loro sacrificio si riflette quello di tutti gli altri. Sappiamo che molte delle vittime erano laici, però sappiamo altrettanto bene che le autorità volevano colpire soprattutto i pastori”. L'alto prelato ha evidenziato inoltre il dolore che devono aver provato i sacerdoti, mentre dovevano distruggere la chiesa, su ordine dei carcerieri del passato regime: “Ma la fede, che in quel momento era messa alla prova, ha vinto, in loro. Professandola, hanno fatto sì che la Chiesa sia viva anche oggi”.

«Il luogo del male»

Poi mons. Josip Bozanić ha fatto visita al campo di concentramento ustascia di Jasenovac. Nella gremitissima chiesa locale il cardinale ha rilevato: “Ci troviamo nel luogo segnato non solamente da una pagina della storia in cui ha regnato il male, il crimine e, soprattutto, il peccato: da qui il paganesimo voleva espandere il male fino a limiti inimmaginabili, stendendo la mano della menzogna sino ai giorni nostri”. Bozanić infatti ha ricordato che la Chiesa si prodiga affinché vengano esaminati quanto prima tutti gli aspetti degli avvenimenti intercorsi prima, durante e dopo la seconda guerra mondiale. Anche se ciò può sembrare una fatica inutile, il cardinale ha asserito che si tratta di qualcosa di necessario, perché “in base all'ideologia razzista, alla discriminazione delle origini o della religione, in base alla negazione di Dio che non accetta la verità che tutti gli uomini sono creature di Dio di uguale dignità, non si può costruire la felicità del singolo o di una nazione”.

«Serve la verità sul lager»

Il cardinale ha aggiunto che sebbene la Chiesa riconosca il peccato di coloro i quali hanno indegnamente indossato i simboli cattolici e hanno commesso dei crimini atroci, la gerarchia ecclesiastica non si è mai schierata dalla loro parte: “Anzi, alcuni hanno voluto imputare alla Chiesa il reato di 'aver sottaciuto' le nefandezze, mentre invece ci sono tanti indizi sul contrario”. Bozanić ha poi rilevato che i nomi delle vittime, le loro vite, la loro via personale attraverso il buio del campo di concentramento di Jasenovac, obbligano ognuno a cercare la verità: “Essi anelano alla verità, perché solamente la verità ci conduce a ciò di cui l'uomo vive – all'amore. Questo luogo, come tanti altri in Croazia, ha bisogno di verità, cui nulla vada tolto e nulla vada aggiunto. Una verità che non sia oscurata da nuove ideologie o innalzata fino a giungere a nuove umiliazioni e crimini”. Il cardinale ha sottolineato che non si deve dimenticare l'esempio prezioso degli eroici testimoni, tra cui spicca il Beato Alojzije Stepinac. La verità su di lui, ha sottolineato da Bozanić, è stata sottaciuta, poi distorta e infine coperta da un mantello di menzogne. Ma doveva farsi largo per giungere fino alla mente e ai cuori delle nuove generazioni.

«L'eccidio di Bleiburg non fu la conseguenza di Jasenovac»

“Le vittime di Jasenovac saranno rispettate quando ci accosteremo a loro con rispetto, attraverso una veritiera e completa lista delle vittime, che non sia strumentalizzata né manipolata su base politica”. Il cardinale si è detto altresì consapevole che le vittime di questo campo di concentramento sono spesso state “strumentalizzate”, non solamente nel secondo dopoguerra, ma soprattutto nella preparazione e messa in atto dell'aggressione alla Croazia e alla Bosnia ed Erzegovina, negli anni '80 e '90. “A un uomo di buone intenzioni non può essere facile comprendere la spiegazione che le vittime di Bleiburg e delle 'Vie crucis' sono la conseguenza di ciò che il regime ustascia ha compiuto a Jasenovac. Pietrificati dallo stupore, potevamo ascoltare le dichiarazioni di discolpa dei violenti durante l'ultima guerra, i quali assevano di aver ucciso, distrutto case e famiglie, inferto dolore immenso e scacciato le famiglie dalla proprie case, come atti di prevenzione a un altro Jasenovac”, ha ricordato Bozanić, aggiungendo che è ancor meno comprensibile che, impunemente, oggi dai pulpiti politici si propaghino voci che la Chiesa sia il fulcro del regime ustascia. Inoltre, il cardinale ha indicato che il campo di Jasenovac si può considerare una scuola su come e quanto l'uomo possa diventare disumano.
“Il male non è un concetto astratto, è sempre molto concreto, accade in un determinato luogo e agisce contro determinate persone”, ha spiegato, sottolineando che “qui non ci ricordiamo solamente delle vittime degli ustascia, ma aneliamo anche alla verità sulle vittime del regime comunista, perché ancor sempre vengono negati i crimini comunisti di prima, durante e dopo il secondo conflitto mondiale, come in seguito, durante il regime di terrore”. Il cardinale ha poi chiesto perché, dopo 19 anni dai cambiamenti democratici, ancor sempre non ci sono le liste delle vittime del comunismo, né targhe dignitose e nemmeno monumenti”.

«Non siamo qui per chiedere scusa»

L'omelia di Bozanić si è conclusa con l'asserzione: “Non siamo venuti qui per discutere né polemizzare. Non vogliamo esprimere le nostre scuse (anche se molti se l'aspettavano), giustificazioni, prese di posizione politica. Proprio questi concetti hanno gettato fango sulla verità. Siamo qui per confermare che la Chiesa ha sempre espresso la propria indipendenza dalle ideologie pagane e politiche, le quali hanno guidato le menti dei capi e le mani dei boia in tutte le dittature, da coloro i quali hanno creato i gulag bolscevichi, i campi di concentramento nazisti e fascisti, le carceri comuniste. La Chiesa ha pagato un prezzo molto alto, in passato, con la vita dei sui fedeli e dei suoi pastori, ma ha sempre mantenuto la sua indipendenza e continuerà a farlo”.
Dopo aver celebrato la messa, il cardinale ha apposto una nota sul Libro delle presenze nella zona memoriale di Jasenovac, rilevando che solamente la crescita nell'amore rende la nostra vita sicura e pacifica. Poi, dopo la visita al Museo memoriale, il cardinale ha guidato i sacerdoti pellegrini alla visita a Petrinja, dove in chiesa si sono raccolti in preghiera di suffragio per tutte le vittime dell'ultima guerra.

Erika Blečić

 

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