ANVGD_cover-post-no-img

Bosnia, situazione esplosiva (Il Piccolo 21 dic)

di MAURO MANZIN

TRIESTE Già dagli accordi di Dayton si era capito che la Bosnia-Erzegovina era diventata una sorta di ex Jugolavia in miniatura. Stato che ha ancora bisogno di un Alto commissario Onu per darsi una parvenza istituzionale. E ora arrivano due pericolosissimi siluri. Il primo dall’Hdz bosniaco e dal suo leader Dragan Covic che chiede la nascita di una Federazione, qualla croata (Erzegovina) che avrebbe come capitale Mostar. Mentre il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik è pronto a organizzare un referendum per l’indipendenza. E quando in Bosnia si parla di questi argomenti, ossia di confini, la mano scivola inesorabilmente nella fondina.

«I croati devono avere la propria entità federale», urla anche la nuova leader del Partito contadino Liljana Lovric «e – aggiunge – dobbiamo tenere conto che ci sono molti croati anche al centro della Bosnia, nella Posavina e anche nella Republika Srpska». Insomma la miccia ricomincia inesorabilmente a bruciare. Basterebbe un minimo incidente perché la polveriera Bosnia esploda in tutto il suo fragore. Ancora una volta nel cuore dell’Europa.

Della stessa opinione anche Miroslav Tudjman, figlio del defunto Franjo Tudjman già padre e padrone della Croazia, attualmente candidato alle presidenziali croate, il quale senza timori parla di «necessità che la Bosnia venga divisa in tre entità federali dando vita a una nuova Costituzione». L’attuale membro croato della presidenza collettiva della Bosnia-Erzegovina, Zeljko Komsic, invece, è contrario a questo tipo di soluzione così come l’attuale capo dello Stato croato, Stipe Mesic. Komsic sostiene che una tale tipo di politica non solo «è inaccettabile», ma sarebbe «catastrofica per gli stessi croati che vivono in Bosnia-Erzegovina». «L’idea di Covic – incalza il presidente croato della presidenza collettiva bosniaca – è del tutto infantile e rischierebbe di porre i croato bosniaci fuori del mondo».

Sulla stessa linea Stipe Mesic il quale definisce l’idea dell’Hdz bosniaco come «l’inizio della fine del popolo croato in Bosnia-Erzegovina. I croati si confinerebbero così in un minimo lembo di terra da cui emigrerebbero in quattro e quattr’otto in ogni parte del mondo, sparendo così di fatto dalla regione ed entrando a far parte della sua storia passata». Pro o contro, sta di fatto che troppi fuochi incontrollati e incontrollabili ardono attorno alla polveriera che si chiama Bosnia.

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.