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Beni in Croazia: gli stranieri si fanno avanti (Voce del Popolo 09 set)

ZAGABRIA – La sentenza della Corte suprema, ai sensi della quale la cittadina brasiliana, ebrea d’origine croata, Zlata Ebensparger, dovrebbe avere diritto alla resa dei beni nazionalizzati al tempo dell’ex Jugoslavia, ha suscitato grande interesse. La notizia del verdetto, potremmo dire, ha già fatto… il giro del mondo. Si sono fatti avanti, contattando gli avvocati di fiducia, numerosi cittadini stranieri, convinti che la sentenza abbia finalmente aperto la strada alla resa del patrimonio sottratto all’epoca del regime comunista, rispettivamente al pagamento dell’indennizzo. Fino a questo momento, infatti, tale eventualità sembrava ai più piuttosto remota.

A ZAGABRIA IN BALLO IMMOBILI DI PREGIO Gli immobili che potrebbero essere restituiti non si limitano di certo all’Istria e alla Dalmazia. Si calcola che casi del genere ce ne siano tanti e riguardino anche aree zagabresi molto attraenti, tra le quali le zone di Pantovčak e Tuškanac, nonché il centro cittadino. Ma anche in Slavonia ed in altre parti della Croazia vi sono beni nazionalizzati o confiscati, il cui “destino” non è stato ancora risolto con trattati internazionali. Si parla, stando ad alcune stime, di oltre 4mila immobili, il cui valore globale sarebbe di centinaia di milioni di euro.

IL DIRITTO ALLA RESA SOLTANTO A FIGLI E NIPOTI Gli osservatori ricordano, comunque, che non avranno diritto alla resa o al risarcimento dei beni tutti i cittadini stranieri, ma unicamente coloro i cui casi non sono coperti dagli accordi interstatali firmati al tempo dell’ex Jugoslavia. Inoltre, oltre ai legittimi proprietari, i beni sottratti possono venire resi unicamente ai figli o ai nipoti degli stessi e non ai membri del nucleo familiare più ampio. La condizione principale, sine qua non, finora era che la richiesta per la resa del patrimonio fosse stata presentata fino al 7 gennaio 2003. Ma non si può escludere a priori che per gli stranieri venga fissata in seguito una nuova scadenza.

GRAN LAVORO PER GLI AVVOCATI Com’era prevedibile, la decisione della Corte suprema ha suscitato grandi speranze tra gli interessati, tanto che gli avvocati in Croazia vengono contattati con sempre maggiore frequenza da persone che si informano se possano effettivamente attendersi la resa dei beni in natura oppure ricevere il dovuto indennizzo. Anche se ci sono eccezioni, gli americani e gli austriaci di origine croata, secondo gli analisti zagabresi, non dovrebbero poter godere di questi benefici, visto che i loro casi sarebbero stati risolti con accordi interstatali. Avrebbero diritto, invece, alla resa o al risarcimento, secondo il quotidiano zagabrese “Vjesnik”, i cittadini di Germania, Israele, Canada e Gran Bretagna.

SIAMO APPENA ALL’INIZIO Alen Hostić, il legale di Zlata Ebensparger, ha dichiarato al “Vjesnik” che la sentenza della Corte suprema riguarda solamente la parte iniziale di tutta la problematica. A suo avviso, appena ora si aprono le questioni relative a quanti siano in effetti gli immobili nazionalizzati, dove si trovino e quanto bisognerebbe spendere per gli indennizzi.

La questione, lo ricordiamo, si trascina dal 1999, quando la Corte costituzionale aveva sancito che i cittadini stranieri avevano pure diritto alla resa dei beni, alla pari dei cittadini croati. I giudici avevano demandato al Parlamento il compito di adeguare la Legge sulla denazionalizzazione a tale principio. In seguito, nel 2002, il Sabor aveva effettivamente emendato la normativa. Tenendo conto del fatto che si trattava di una questione politica piuttosto delicata, tutto era rimasto avvolto nella nebbia burocratica, ragion per cui gli organi amministrativi e il ministero della Giustizia bocciavano di regola tutte le richiese avanzate dagli stranieri per riavere il priorio patrimonio.

LE FORCHE CAUDINE DELLA POLITICA Già nel 2008 il Tribunale amministrativo aveva deliberato che i cittadini stranieri avevano diritto alla resa dei beni, alla pari dei cittadini croati, a patto che i loro casi non fossero coperti dagli accordi interstatali. Comunque, in numerose occasioni la Procura di Stato aveva presentato la richiesta per la tutela della legalità alla Corte suprema, ostacolando così la resa effettiva dei beni agli stranieri. I circoli giudiziari zagabresi, rileva il “Vjesnik”, ritengono che la più recente decisione della Corte suprema influirà sulla Procura, la quale non dovrebbe presentare più richieste del genere. Quest’ultima, da parte sua, non sa ancora come si comporterà, per cui resta ancora da vedere se la sentenza della Corte suprema significherà la resa dei beni per automatismo. Tutto lascia ritenere che serviranno altri passaggi legislativi o decisioni governative, che dovranno però passare attraverso le forche caudine dell’opportunità politica. Come dire, la telenovela è destinata a continuare… (ss)

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