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asgmedia.it – 160507 – Potenza: morto il pittore Carmelo Zotti

È stata per Carmelo Zotti l'ultima mostra in vita la vasta antologica "L'epica, il racconto, l'elegia. 1956-2006 Cinquant'anni di pittura", esposta alla Galleria Civica di Potenza. L'artista è infatti deceduto questa mattina nella sua casa natale. Il Sindaco di Potenza ha inviato un telegramma di condoglianze alla famiglia evidenziando come "il Paese perde con Zotti un artista di assoluto valore. La città di Potenza si onora di avere in corso la sua vasta antologica che sta riscuotendo grande successo di pubblico e critica." Uno dei casi piú singolari e fervidi della figurazione italiana del secondo dopoguerra, cresciuto alla scuola di Bruno Saetti nella Venezia degli anni Cinquanta, vicino dapprima al clima informale, Zotti matura nel confronto/scontro con la Pop, affermatasi alla Biennale di Venezia nel 1964 che vede una sua fondamentale presenza. Una pittura, la sua, a forte componente narrativa non lontana dai riferimenti al "nuovo racconto" italiano e a maestri internazionali come Rafael Canogar e Alan Davie, Wols e Pierre Alechinsky, Graham Sutherland e Philip Martin.

Carmelo Zotti era nato a Trieste nel 1933 da padre istriano e madre cipriota. Trascorsa l'infanzia nella città natale e successivamente a Napoli nel 1945, si trasferisce a Venezia dove, allievo di Bruno Saetti, frequenta l'Accademia di Belle Arti. Nel 1954, rivelandosi tra i giovani artisti piú promettenti, vince il primo premio dell'Opera Bevilacqua La Masa; del 1956 è la sua prima partecipazione, con tre dipinti, alla Biennale di Venezia mentre nel '58 consegue il primo premio alla Biennale Internazionale dei giovani. Riconoscimenti, questi, che inaugurano una lunga e prestigiosa attività espositiva che, oltre a vederlo presente nelle piú importanti rassegne nazionali ed internazionali, è costellata da numerose personali tra cui si ricordano la retrospettiva al Museo d'Arte Moderna Cà Pesaro di Venezia (1995) e l'antologica alla Civica Galleria d'Arte Moderna di Gallarate (1998). La pittura di Zotti sin dagli inizi si è slegata dalle modalità provinciali per assumere presto un timbro europeo, soprattutto in direzione simbolico-surreale. A Venezia è nata la propensione di Zotti verso un mondo mitico e favoloso segnato da una riconquistata protomediterraneità; propensione, questa, che l'artista ha accentuato con le molteplici esperienze in Egitto, in India, in Birmania e in Messico, e favorita già negli anni dell'Accademia dalla vicinanza di un maestro come Saetti, che lo orientó ad una decantazione irreale e sontuosa del colore, di fondo bizantineggiante. Il temperamento emotivo e sensuale di Zotti lo ha portato dapprima ad accentuare il simbolismo segnico e cromatico con una pittura basata su impulsi psichici e "memorie" filtrate attraverso la cultura orientaleggiante. Quindi, a partire dalla metà degli anni Sessanta, la sua peculiare maniera si è sempre piú delineata in una rievocazione, in chiave onirica e metafisica, di un mondo favoloso ricco di ancestrali richiami, in cui alcuni elementi simbolici (la piramide, la sfinge, l'elefante) si ripetono in variazioni e deformazioni ora liriche ora mostruose. Successivamente Zotti ha reso piú nervoso e libero il segno, piú acceso e sciolto il colore, imprimendo un carattere espressionista alle sue rappresentazioni, che continuano peraltro ad ispirarsi ad un mondo intimo fatto di personali esperienze, di visionarie e mitiche trasfigurazioni. Insomma, un progressivo coerente sviluppo di un'azione pittorica che trova conferma nella serietà del suo impegno umano, negli alti risultati di volta in volta conseguiti. Col passare degli anni la maturazione artistica ed esistenziale di Zotti ha portato la sua pittura – fattasi sempre piú "teatrale" e caratterizzata da un senso primordiale del colore – a seguire modi e tempi del tutto autonomi, quasi contro corrente, elaborando un linguaggio certamente non omologabile, in cui figurazione e astrazione, memoria e storia, convivono sin dall'inizio felicemente. Ha tenuto la cattedra di Pittura all'Accademia di Belle Arti di Venezia dal 1973 al 1990 (red).

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