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arcipelagoadriatico.it – 030408 – Tondo Incontra Codarin

“La sensibilità della politica, è un segno di maturità”, ha accolto con favore Renzo Codarin, presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli, l’invito rivoltogli da Renzo Tondo, candidato della CdL alla presidenza della Regione FVG, di un incontro per valutare insieme l’impegno del FVG rispetto alle questioni che gli esuli stanno ponendo ormai da troppi anni.
Durante il colloquio, Codarin ha illustrato i contenuti del promemoria che la Federazione ha deciso di sottoporre alle maggiori coalizioni che si presentano alle elezioni di aprile e che riassumono le principali tesi riguardanti la problematica in questione.
Si è soffermato in particolare sul problema della restituzione dei beni abbandonati e degli indennizzi. Si tratta sempre più di questioni che competono l’Italia, vale a dire sia nei rapporti con Croazia e Slovenia per poter contare sulla restituzione dei beni ancora in libera disponibilità e sulla non discriminazione degli esuli in materia di restituzione, ma soprattutto, a livello nazionale, la necessaria e improcrastinabile stesura di una legge che chiuda con un indennizzo equo e definitivo l’annosa questione.
Renzo Tondo ha assicurato la propria attenzione anche come “estensione di quell’impegno assuntosi dal sindaco Roberto Dipiazza, enunciato durante i discorsi del 10 Febbraio scorso, Giorno del Ricordo, sulla necessità e dovere della città di Trieste di far proprie le richieste degli esuli e presentarle come tali in sede di Governo per ribadire il ruolo che Trieste ha avuto per il mondo della diaspora e quindi assumere, in prima persona, alcune responsabilità”.
Non meno importanti anche gli altri punti presentati, vale a dire: case popolari e anagrafe, tombe e monumenti civili tema che è stato al centro dell’incontro dell’ultimo tavolo di concertazione con il Governo. E poi cittadinanza, status dei figli di profughi e provvidenze sociali  e assistenziali a favore degli esuli. Di grande attualità la Legge 193 il cui rifinanziamento consente di ampliare l’attività delle associazioni con iniziative culturali di grande spessore. Importante continuare ad organizzare tavoli di concertazione, anche a livello regionale, che contribuiscono a creare dei contatti più stretti tra Governo e mondo degli esuli per tentare di risolvere i problemi già focalizzati. Il decimo punto, aggiunto per la precisa necessità di evolvere il significato del 10 Febbraio riguarda il coinvolgimento delle scuole – in primo luogo degli insegnanti – affinché i ragazzi conoscano la storia dell’Adriatico orientale come parte fondante di quella nazionale anche attraverso il contributo degli uomini illustri di queste terre.
“Sono stato sempre molto vicino a questo mondo, che considero una grande risorsa per la nostra regione, – ha specificato Renzo Tondo – perché ho condiviso con colleghi figli di esuli la mia attività politica ed ho conosciuto il valore della loro cultura, perché sono convinto che solo attraverso un atto di giustizia vero e definitivo nei confronti delle genti istriane, fiumane e dalmate, si possa sperare di evolvere il ruolo del nostro territorio di contatto anche con il mondo adriatico”.
L’incontro si è concluso con una conferenza stampa svoltasi al Caffè degli Specchi durante la quale il presidente Codarin ha annunciato l’adesione alla Federazione dell’Associazione delle Comunità Istriane, votata la sera prima nella sede di via Belpoggio.
Renzo Tondo ha rinnovato l’auspicio di poter continuare l’opera di informazione sullo stato delle cose per stabilire insieme i campi e le modalità d’intervento.
Renzo de Vidovich ha sottolineato l’importanza di appoggiare il progetto dell’Euroregione Adriatica che ben rappresenta gli interessi e le aspirazioni delle genti di queste terre che si riconoscono nella cultura, la civiltà e le aspirazioni di un mare che le accomuna.
Tondo ha anche ricordato i suoi viaggi in Istria e l’aver scoperto, nei locali cimiteri, la presenza di cognomi della sua Carnia, a dimostrazione di un’unità antica che la politica spesso ha dimenticato ma che le genti conservano nelle loro tradizioni, nel modo di essere, nel senso d’appartenenza.

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