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ANVGD: sì riconciliazione, non su nostra pelle (Apcom 07 gen)

Roma, 7 gen. (Apcom-Nuova Europa) – Sì alla riconciliazione con la Croazia, "ma non sulla pelle degli Esuli e sulla base di pregiudiziali ideologiche". Questo il monito lanciato dall'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd) – organizzazione che raccoglie la comunità degli esuli istriani, fiumani e dalmati – a pochi giorni dalla visita del ministro degli Esteri Franco Frattini a Zagabria e soprattutto a Pola, dove per la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale, il capo della Diplomazia di Roma incontrerà la comunità degli italiani.

Lunedì, a Zagabria, Frattini vedrà il presidente croato Stepi Mesic, che proprio nei giorni scorsi, in un'intervista al quotidiano triestino 'Il Piccolo', ha chiamato Roma a "un atto di riconciliazione" su quanto avvenuto al confine orientale italiano al termine dell'ultimo conflitto, "che onori le vittime innocenti di tutte le parti in causa, a patto però che non vengano messi sullo stesso piano il fascismo e coloro che contro il fascismo avevano combattuto".

Il ministro Frattini, rispondendo al presidente croato, ha ribadito che "fascismo e nazismo sono stati un male assoluto", ma, con riferimento alla tragedia delle foibe, ha sottolineato che "le vittime non hanno colore politico".

"L'intervista del ministro Frattini dimostra come il Governo italiano abbia fatto proprie da tempo le posizioni della ANVGD, respingendo proposte di riconciliazione che partano da pregiudiziali ideologiche, (…) così come fa Mesic", sostiene nella nota il presidente Lucio Toth.

Preclusioni quindi, che anche secondo l'Anvgd, "sono di ostacolo ad ogni possibilità di riconciliazione che gli Esuli istriani, fiumani e dalmati sono i primi a chiedere". "Il male assoluto è male assoluto. Non diventa meno male perché lo hanno compiuto partigiani comunisti. Se non c'è riconciliazione senza pentimento – conclude la ANVGD – altrettanto si deve dire per la restituzione dei beni espropriati. Superare il passato significa cancellarne le conseguenze, non possono essere i giulianodalmati a pagarle da soli".

 

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