Albona, la gioia di incontrarsi nella città natale

Il primo appuntamento dell’edizione 2022 del tradizionale Raduno degli albonesi è stato ospitato dal Teatrino della locale Comunità degli Italiani, completamente rinnovato

Si è tenuto nei giorni scorsi il 47.esimo Raduno degli albonesi. Per i partecipanti all’edizione 2022 del tradizionale incontro tra esuli e rimasti di Albona è stata una grande gioia poter riunirsi di nuovo, dopo diversi anni, nella città natia, nel Teatrino della Comunità degli Italiani “Giuseppina Martinuzzi” di Albona, completamente rinnovato, per partecipare al primo incontro in programma, ovvero a una serata che ha compreso pure la presentazione di un libro sulla Società Operaia di Mutuo Soccorso (SOMS) “Onorato Zustovich” con sede a Trieste, organizzatrice, con la CI di Albona, dello stesso Raduno.

A parlare del volume, dal titolo “La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Albona. 150 anni di benemerita e patriottica attività tra Albona e Trieste”, edito dal sodalizio albonese e dalla SOMS, è stato il professor Tullio Vorano, storico e presidente del Comitato esecutivo della CI albonese, autore del libro. Alla pubblicazione hanno contribuito pure Mario Viscovi, che si è occupato del capitolo introduttivo e Massimo Valdini, il quale ha scritto le note riguardo a Onorato Zustovich e dal quale Vorano ha avuto diversi materiali relativi alla ricostituzione della SOMS, avvenuta a Trieste nel 1954, a sette anni dalla cessazione dell’attività dell’associazione con sede ad Albona, dovuta all’esodo di molti membri.

Gli inizi dell’associazione
Della storia della SOMS si era parlato, sempre con la partecipazione di un gruppo di esuli e degli attivisti della CI di Albona, l’anno scorso in occasione dell’anniversario della fondazione della Società, nell’ambito della cerimonia di scoprimento della lapide dedicata alla SOMS, collocata sulla facciata dell’edificio, in via Giuseppina Martinuzzi, in cui l’associazione ebbe sede dal 1930 al 1947.
Come confermato anche in quell’occasione, sempre dal professor Vorano, la SOMS fu promossa nel 1869 dall’avvocato Antonio Scampicchio e da Giuseppe Dusman. Venne ufficialmente fondata il 6 settembre 1871, due anni dopo la fondazione di quelle di Pola e Capodistria e a un anno dalla costituzione di quella di Pirano. Il primo presidente fu il barone Giacomo Lazzarini, che tenne la presidenza fino al 1874 e fu seguito dall’avvocato Antonio Scampicchio dal 1874 fino al 1884, come risulta da un prospetto intitolato “Presidenti della Società Operaia di Mutuo Soccorso pegli Operai Albonesi”, con le fotografie dello studio G. Bonivento di Pola. Furono in seguito presidenti Villebaldo Sillich (1884-1894), Giuseppe Dusman (1894-1896), Giuseppe Diminich (1896-1923), Antonio Furlani (1923-1933) e Antonio Vellam (1933-1947).
Sebbene istituita “pegli operai albonesi”, essa fu fondata, come appare nel suo Statuto, fra cittadini di ogni classe, aventi per base l’unione, la fratellanza, il mutuo soccorso, il bene morale e materiale dei suoi membri, senza il minimo scopo di lucro. I sempre più numerosi minatori albonesi non potevano essere membri della Società in quanto associati alla propria Confraternita operante, se non prima, già nel 1867.
La SOMS ebbe la sua bandiera nel 1876, di seta rossa con lo stemma del Comune in mezzo, croce rossa in campo bianco, cui seguì l’inno “Forti, fidenti e intrepidi”, composto da Isidoro Furlani e musicato dal maestro di banda Laube. “È tuttora l’inno degli albonesi, i quali, come comunità di esuli, amano identificarsi sotto il nome del vecchio e glorioso sodalizio”.

Uno dei sodalizi più vitali
Un decennio dopo la fondazione, nel 1881 fu fondata la Sezione femminile, “quindi molto, molto prima dell’acquisizione del diritto di voto delle donne e, ovviamente, anche in questo significativo particolare emerge tutta la validità, la progressività e la perspicacia della SOMS”. Come detto nella stessa occasione, nata per favorire l’emancipazione delle classi lavoratrici, con una missione sociale e assistenziale, la SOMS si distinse e operò sempre in funzione patriottica e di attaccamento ai valori spirituali dell’ambiente sociale albonese. Fu, quindi, tra le prime Società Operaie dell’Istria, uno dei più vitali, fiorenti e attivi sodalizi del tempo, promotrice di manifestazioni culturali e patriottiche e attualmente l’unica ancora in vita.

Dal 1871 fino al 1929 la SOMS ebbe una sede in affitto al primo piano del palazzo Scampicchio in Piazzetta, nelle immediate vicinanze del Teatrino. Nel 1930 acquistò l’edificio nell’odierna via G. Martinuzzi, “per trasformarlo poi in una sede bella e molto frequentata”. Disponendo di una notevole cassa per aiuti e sovvenzioni, fu il centro di attenzione e d’orgoglio della vita cittadina di Albona.
Nel 1947, in seguito al massiccio esodo di molti suoi membri, quella SOMS cessò l’attività e concluse il suo primo ciclo di operosità ed esistenza. Pochi anni dopo, nel 1952, gli albonesi esuli si riunirono in massa a Conegliano e nel 1954 la Società fu ricostituita a Trieste, su iniziativa di Marco Macillis, che ne mantenne la presidenza fino alla morte (1975). Furono in seguito suoi presidenti Ezio Picot (1975-1995), Tomaso Millevoi (1995-2017) e quindi sua figlia, l’attuale presidente, Giulia Millevoi, la quale ha presenziato pure alla serata con cui è iniziato il Raduno.
A salutare i presenti è stato il sindaco di Albona Valter Glavičić. Nella parte musicale del programma si sono esibiti i minicantanti, diretti dalla maestra Sabrina Stemberga Vidak, come pure i membri del coro misto “Giuseppina Martinuzzi”, diretti dal maestro Franko Ružić. Lo stesso giorno si è avuta una visita al cimitero cittadino di Albona, dove i partecipanti all’incontro hanno deposto una corona di fiori per ricordare gli albonesi che non ci sono più.

«Un’esperienza positiva»
Il programma del Raduno è proseguito il giorno successivo, 4 giugno, con una gita in pullman a Montona e Vermo, mentre dopo la pausa pranzo è stata visitata pure Arsia. In quest’ultima cittadina si è avuto un incontro presso la campana “Alma Mater Dolorosa”, voluta dal marciatore Michele Maddalena di Formia, dedicata ai minatori morti nella miniera di Arsia nella tragedia del 1940 e donata a quest’ultima realtà istriana tramite la CI albonese. La giornata di domenica è iniziata con una passeggiata per le vie di Albona ed è continuata con la tradizionale Santa Messa, celebrata questa volta dal parroco Mirko Vukšić, nella chiesa parrocchiale della Natività della Beata Vergine Maria.
A quest’ultima ha partecipato pure un gruppo di istriani residenti a Trieste, tutti appartenenti ai sodalizi che fanno parte dell’Associazione delle Comunità Istriane (tra cui la SOMS), che domenica, guidati da Carla Pocecco, hanno visitato, oltre che Albona, pure Arsia e Fianona. “È stata un’esperienza molto positiva. Vi ha preso parte pure il nostro Antonio, il quale ha 94 anni”, ha dichiarato ieri la Pocecco.

Tanja Škopac
Fonte: La Voce del Popolo – 07/06/2022

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