Giovedì 9 giugno alle ore 18:00, in diretta sulla pagina Facebook ANVGD di Milano. Per far conoscere e tramandare la storia della Venezia Giulia, si terrà una nuova conferenza durante la quale il giornalista, ricercatore, scrittore VALENTINO QUINTANA, appassionato della storia del Confine Orientale, parlerà della personalità poliedrica di patriota, letterato e saggista di
GIANI STUPARICH
GIOVANNI DOMENICO STUPARICH, detto Giani, nasce a Trieste il 4 aprile 1891. Compie gli studi classici, quindi si iscrive all’Università di Praga per trasferirsi dopo un anno all’Università di Firenze, dove si laurea in Letteratura italiana con una tesi su Machiavelli, e collabora alla “Voce” di Prezzolini.
Europeista convinto, appartiene certamente, assieme a Svevo, Slataper, Quarantotti Gambini, Giotti, Saba, Bazlen alla cerchia di personaggi illustri che il Novecento triestino ha fornito alla letteratura nazionale e internazionale.
Allo scoppio della Prima Guerra mondiale il giovane Stuparich è costretto a mettere da parte i propri sogni di unione e dialogo pacifico tra nazioni, consapevole di come il conflitto sia un male necessario per porre un freno al potere dell’Impero austro-ungarico e nel 1915 egli si arruola come volontario nel 1º Reggimento dei Granatieri di Sardegna. Con lui Carlo, il fratello minore, e Scipio Slataper.
Dopo due mesi di combattimenti, i due fratelli vengono richiamati nelle retrovie, per un breve periodo di riposo e per frequentare uno degli improvvisati corsi per ufficiali.
Ma nella primavera del 1916 ritornano in prima linea, come sottotenenti, sul fronte del Trentino per combattere eroicamente contro gli austriaci della Strafexpedition.
L’esperienza bellica, priverà Giani sia del caro amico Scipio Slataper, caduto il 3 dicembre 1915 sul Monte Calvario, sia dell’amato fratello Carlo che il 30 maggio 1916, rimasto isolato con il suo reparto sul Monte Cengio e circondato dagli austriaci, si suicida pur di non cadere nelle mani del nemico, ottenendo per questo una medaglia d’oro al valor militare.
Giani, il giorno dopo, viene invece catturato e fatto prigioniero, ormai esausto e ferito, è costretto a due anni di prigionia in un lager ungherese a Sigmundsherberg nascosto sotto il falso nome di Giovanni Sartori.
L’esperienza della guerra, con la morte di Carlo e i mesi di prigionia, segnano profondamente la vita di Giani, che nel 1918 rientra a Trieste in condizioni di grande debolezza psicologica: nei mesi successivi concluderà in maniera definitiva, nel segno del trauma recente, l’esperienza di confronto e mediazione con la cultura tedesca, assumendo al tempo stesso il ruolo di custode della memoria del fratello scomparso.
Nello stesso anno in cui Giani si impegna a curare il volume degli scritti postumi del fratello Carlo (Stuparich C. 1919) viene pubblicato anche l’Epistolario di Kleist, testo che risulta infatti curato da «Giancarlo Stuparich», figura fittizia in cui le identità dei due fratelli risultano indissolubilmente intrecciate e in cui si condensa il sodalizio umano e intellettuale che aveva sempre legato i due fratelli.
Si tratta di un’operazione destinata a non rimanere isolata: dai Colloqui con mio fratello fino alla trasfigurazione romanzesca di Ritorneranno, si può anzi affermare che l’elaborazione dell’esperienza bellica di Giani passi precisamente attraverso la realizzazione, nella finzione letteraria, di questa «comunione d’anime» rimasta irrisolta.
Del resto basta leggere tutte le altre pagine del corposo saggio di Senardi, per comprendere quale fu il reale retroterra etico-ideologico e politico di Giani Stuparich, dagli anni che precedono la Grande guerra al primo dopoguerra fino al qundicennio successivo alla Liberazione.
Un percorso segnato da quello che Senardi definisce l’”umanesimo risorgimentale” di Stuparich, e che lo porterà a non venire mai meno alla passione e all’impegno civili, e di cittadinanza attiva, soprattutto nei confronti di Trieste e dei suoi destini.
Giani muore a Roma il 7 aprile 1961.
La videoconferenza sarà successivamente visibile sul canale YouTube ANVGD Comitato di Milano.
*