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Addio a Palumbo, l’ultimo collaboratore di Palatucci

Si e' spento Alberino Palumbo, ultimo collaboratore del questore di Fiume Giovanni Palatucci, che nel 1944 salvo' 5000 persone dai campi di sterminio. Il funerale si è tenuto il 17 luglio a Firenze. Il capo della polizia prefetto Antonio Manganelli e l'ex capo, prefetto Gianni De Gennaro hanno partecipato al cordoglio con due corone. Alla cerimonia erano presenti il questore di Firenze Francesco Tagliente e numerose delegazioni di funzionari e appartenenti alla polizia di Stato.

Una storia che ricorda quelle di Oscar Schindler e Giorgio Perlasca: storie di chi, durante la seconda guerra mondiale, approfitto' delle proprie conoscenze e della propria posizione per salvare migliaia di ebrei. E' la storia del questore di Fiume Giovanni Palatucci, che Alberino Palumbo, l'ultimo sopravvissuto dei suoi collaboratori, allora appena diciannovenne, ha l'anno scorso raccontato al presidente della Toscana, Claudio Martini. In quell'occasione, un bastone per sorreggersi ed appuntate al petto le medaglie al valore, Alberino Palumbo chiedeva con forza che al questore Palatucci fosse dedicata una via o una piazza. Con lui lavoro' un anno, un anno esatto prima che il 13 settembre 1944 il questore di Fiume fosse arrestato e deportato nel campo di Dachau, dove mori' il 10 febbraio successivo. E per Palatucci, fin dal 13 settembre del 1943, accompagno' tanti ebrei, con falsi documenti e falsi salvacondotti, a Borgo Marina ed in altri porti dell'Istria, facendoli sfuggire ad una sicura deportazione nei campi di sterminio. Cinquemila furono alla fine gli ebrei salvati dal questore.

"Mi consegnava le lettere, mi indicava le persone e mi diceva dove portarle – raccontava allora Alberino -. La prima volta mi disse: vai al porto e cerca una persona con un paio di scarpe al collo, e' il segno di riconoscimento. Sapeva anticipare le mosse delle pattuglie e lavorava col cuore. Per lui la polizia era vita: doveva andare tra la gente, diceva, ed aiutare chi aveva bisogno. Senza guardare al colore della pelle, alla razza ne' tantomeno alla religione".

 

A.g.i.

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