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A Salvore rievocata la tragedia del San Marco (Voce del Popolo 10 set)

SALVORE – La tragedia del piroscafo di linea San Marco, ricordata ieri con una doppia cerimonia a Salvore, dalla municipalità di Umago, brucia ancora nella memoria dei sopravvissuti e dei testimoni, anche se da allora sono trascorsi 65 anni. Alla prima cerimonia, quella che si è tenuta ai piedi della lapide che ricorda la tragedia a porto Salvore, hanno presenziato praticamente tutte le autorità cittadine, con in testa il sindaco Vili Bassanese, il presidente del Consiglio, Goran Slavujević, i consiglieri municipali, i rappresentanti della locale Comunità degli Italiani, Gabriele Bosdachin e Irene Scrignar, il parroco Marijan Milovan e il promotore della cerimonia, Daniele Fattor. Pochi minuti dopo, nonostante la bora, si è usciti in barca sul posto della tragedia, per lasciare al mare due corone di fiori, una della Città e una della Comunità degli Italiani.

Dei 260 passeggeri morirono 154

Nel suo doppio discorso, in croato e in italiano, il sindaco di Umago, Vili Bassanese, ha ricordato l’assurdità della guerra e quel tragico evento che il 9 settembre del 1944 lasciò nel lutto la costa istriana. Dei 260 passeggeri morirono 154 di cui oltre 100 civili, uomini, donne e tanti bambini.
Antonio Nino Codiglia, allora aveva 17 anni, e come tanti altri era stato precettato dalla organizzazione Todt, per costruire le rotaie e i basamenti per i cannoni tedeschi che dovevano tenere sotto tiro tutto il Golfo. Codiglia ricorda: ”Piangevano tutti, dopo il bombardamento, i feriti urlavano dal dolore, la gente moriva straziata dal fuoco e dalle mitraglie: si è trattato di una tragedia immane, che ha lasciato il segno nei cimiteri e nei cuori della gente. Una cosa che non si può dimenticare, come resteranno vivi fino alla morte molti altri episodi della Seconda guerra mondiale, come le battaglie aeree sopra il mare di Salvore, quando le fortezze volanti venivano intercettate dai caccia tedeschi, o le operazioni di rastrellamento. Molti morti, tanto sangue, che non posso dimenticare”.

Fu una carneficina inutile

"L'alba del 9 settembre di 65 anni fa per molte località istriane fu la più triste e funesta di tutta la seconda guerra mondiale, perché in pochi minuti, appena dietro a Punta Salvore, si consumava una tragedia inutile, quella del piroscafo di linea San Marco, che venne bombardato e mitragliato dagli angloamericani", ha sottolineato il consigliere municipale, Daniele Fattor, di Salvore, che ha aggiunto: "È una tragedia che va ricordata, in modo simbolico, ma ufficiale dalla Città di Umago e dalla CI, per non dimenticare le vittime civili di un evento così crudele e orrendo".
Fu una vera e propria carneficina e uno dei fatti più tragici e crudeli avvenuti durante la guerra in quest'area. Morirono intere famiglie che da Umago, Salvore e dai villaggi vicini andavano a Trieste. Il piroscafo, che aveva una stazza lorda di 276 tonnellate, una lunghezza di 50,81 metri e un motore e una caldaia che potevano sviluppare una velocità di 13,5 nodi, venne colpito dai cacciabombardieri appena dietro a Punta Salvore.

La nave si trasformò in una bara per tanti innocenti

Ecco come quell’episodio ci era stato descritto da Sergio Maurel, sopravvissuto al massacro, diventato più tardi presidente della camera di Commercio di Trieste: ”Con un incendio scoppiato a bordo e ancora sottoposto a mitragliamento il “San Marco” si tramutò in un attimo in una bara per tutti i passeggeri. Quello che tuttavia non si è mai potuto perdonare agli aviatori che compirono quell’incursione fu il successivo mitragliamento del piroscafo e l’uccisione di almeno cento civili fra cui molti bambini, i cui corpi, molti dei quali dilaniati dalle pallottole, finirono in fondo al mare e non vennero mai più ritrovati.”
Il San Marco, che era stato costruito nei cantieri di Monfalcone nel lontano 1910, manteneva la linea civile tra Pirano, Umago, Parenzo, Rovigno, Pola e l’arcipelago delle isole Brioni. Operava per conto della compagnia di navigazione "Istria-Trieste". Ancora oggi quando si ricorda quel triste evento, si parla di "affondamento inutile" e di "immane tragedia".

Franco Sodomaco

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