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A Gorizia la sanità gestita senza confini (Il Piccolo 06 lug)

di FRANCESCO FAIN

GORIZIA Ettore Romoli lo chiama ”Patto di reciprocità”. Consiste nel dare la possibilità ai pazienti goriziani di usufruire liberamente delle strutture sanitarie d’oltreconfine. E viceversa: con i pazienti sloveni che potranno essere curati negli ospedali di Gorizia e Monfalcone. Attualmente questo patto o accordo che dir si voglia non c’è. Ed è questo il motivo per cui la sanità transfrontaliera resta un progetto monco, fatto di belle parole, dichiarazioni d’intenti ma scarsissima concretezza.

Ma il ”Patto” si farà. «Ci stiamo lavorando – ammette l’assessore regionale alla Salute Vladimir Kosic -. Sono necessari ancora incontri a livello politico per definire al meglio i passi da intraprendere. So no disponibile ad incontrare il ministro sloveno della Sanità, Dorijan Marusic. L’obiettivo è quello di concordare un tavolo tecnico. È chiaro che gli ospedali di Gorizia e di San Pietro Vertojba dovranno collaborare sempre più strettamente come auspicato dall’Unione europea». Non solo. Kosic sottolinea come nel campo della collaborazione sanitaria transfrontaliera «non siamo certamente all’anno zero».

Viene così accolta la proposta lanciata ieri dal sindaco di Nova Gorica Mirko Brulc, il quale aveva auspicato che il nuovo ”Trauma center” dell’ospedale di San Pietro Vertojba possa diventare un punto di riferimento anche per i pazienti italiani. Non solo. Brulc aveva anche espresso il desiderio, «condiviso da entrambe le parti del confine» aveva aggiunto, di «un maggiore collegamento della sanità, soprattutto degli ospedali».

Ma quell’auspicio si scontra con una difficoltà oggettiva che solo il cosiddetto ”Patto di reciprocità” potrà abbattere. Ne è convinto pure il sindaco Ettore Romoli che ha letto con attenzione le esternazioni del collega d’oltreconfine. «Sono perfettamente d’accordo con Brulc. La Regione, d’accordo con il nostro Comune, si sta spendendo in questo senso. L’obiettivo deve essere quello di mettere a disposizione dei cittadini sia di Gorizia che di Nova Gorica che di San Pietro Vertojba le eccellenze dei propri ospedali. Brulc propone l’utilizzo del ”Trauma center” da parte dei pazienti italiani. Bene, noi potremmo mettere a disposizione dei cittadini sloveni il reparto di Urologia che è uno dei fiori all’occhiello del nostro ospedale».

Chiaramente tecnico (e non potrebbe essere che così) il commento del direttore generale dell’Ass isontina Gianni Cortiula. Attende, chiaramente, segnali dal mondo politico. «L’utilizzo del ”Trauma center” dell’ospedale di San Pietro? In questo momento non è una questione risolvibile dalla singola Azienda sanitaria. Ci vuole un accordo sovraordinato che supera quelle che sono le competenze e il raggio d’azione dell’Ass. Comunque, credo si debba commentare in termini assolutamente positivi la disponibilità manifestata dal sindaco Brulc».

Letteralmente entusiasta il consigliere regionale (e presidente della Provincia) Giorgio Brandolin. «Un sogno di molti goriziani che si avvera», è il suo commento alle parole del sindaco di Nova Gorica Mirko Brulc che apre alla possibilità di una sanità transfrontaliera, progetto al quale lo stesso Brandolin aveva lavorato nei suoi anni da presidente della Provincia. «Mi emoziona – afferma Brandolin – che dopo dieci, dodici anni di lavoro su questo fronte, finalmente la politica sia pronta a realizzare quello che è stato un sogno mio e di Darko Bratina e di molti goriziani, un sogno che tentammo di realizzare nella struttura del vecchio ospedale e che dovemmo rimandare causa trasferimento».

 

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