ANVGD_cover-post-no-img

30 ago – Delusione a Zara: niente asilo italiano

di ANDREA MARSANICH su Il Piccolo del 30 agosto 2010

ZARA Fallisce il pluriennale progetto sull’apertura di un asilo infantile italiano a Zara. Dopo una pletora di riunioni, iniziative a più livelli e procedimenti vari che hanno coinvolto i massimi esponenti di Unione italiana, Comunità degli italiani di Zara, Comune locale e rappresentanti del governo croato, non è stato possibile dare vita al giardino d’infanzia in lingua italiana. L’obiettivo era quello di aprire, a più di 65 anni anni di distanza, un’istituzione italiana che avrebbe così irrorato le radici storiche della ”città del maraschino”, stravolta nel suo tessuto umano e culturale durante e dopo il Secondo conflitto mondiale. Purtroppo errori, interpretazioni distorte e quanto altro hanno negato l’apertura di una scuola materna nella lingua di Dante, progetto che dovrà attendere chissà quanto tempo prima di venire finalmente alla luce.

Sul banco degli imputati soprattutto il Comune di Zara, retto dal centrodestra, che ha fatto di tutto e di più pur di bloccare le iniziative partite dall’Unione italiana. La conferma arriva da Maurizio Tremul, presidente della giunta esecutiva Ui: «Purtroppo sono andati in fumo anni di lavoro, nonostante che da Zara arrivassero sempre promesse e assicurazioni che la cosa sarebbe decollata. Fin da principio la municipalità ci ha messo i bastoni tra le ruote, con decisioni in flagrante contrasto con la legge sull’istruzione delle minoranze nazionali e addirittura con la Costituzione. All’atto dell’iscrizione era stata chiesta l’appartenenza alla nazionalità italiana del bambino o dei suoi genitori, il che è sbagliato perché viola le leggi in materia. Inoltre sono stati applicati altri rigidi criteri per l’iscrizione, che si sarebbero potuti facilmente evitare, consentendo di avere un numero d’iscritti sufficiente ad avere un asilo italiano».

Nel corso del periodo di notifiche, a maggio, le domande per l’iscrizione alla sezione italiana dell’Asilo pubblico Sunce sono state 13. Di questi 13 frugoletti, solo 3 avevano i requisiti necessari e dei 3 solo 2 erano di nazionalità italiana. La Città ha dichiarato che 3 bambini sono pochi per poter avere una sezione prescolastica italiana e a nulla è servita la richiesta di Tremul per un sondaggio tra i genitori degli iscritti alla sezione croata e dei vecchi iscritti. È stato infatti chiesto ai genitori se avessero l’interesse a iscrivere i loro figli alla sezione italiana. Tutti hanno (o avrebbero) risposto di no. «La Città ha fatto una furbata – aggiunge Tremul – poiché non avrebbe dovuto adottare né il filtro etnico, né applicare nei confronti dell’asilo italiano quelli che sono i rigidi criteri per l’iscrizione alle scuole materne della maggioranza. Insomma, si sarebbe potuto rispondere positivamente alle 13 domande, permettendo l’apertura dell’istituzione italiana». Una scappatoia potrebbe riguardare l’apertura, da parte dell’Unione italiana, di un asilo privato italiano, richiesta avanzata sia dal mondo degli esuli, sia dalla presidente della Comunità degli italiani zaratina, Rina Villani. Infatti, secondo una delibera municipale, la Città di Zara deve finanziare le scuole materne pubbliche e può (ma non deve) fare altrettanto con gli asili privati.

«Il Comune potrebbe in un primo tempo supportare finanziariamente l’asilo privato italiano – osserva Tremul – ma cosa accadrebbe se il finanziamento venisse meno? Le istituzioni private presentano molte incognite e costituiscono anche un precedente per l’Unione italiana in riferimento a quello che è il mondo scolastico e prescolastico italiano a Fiume e in Istria». Tremul ha voluto pure rilevare un altro aspetto della vicenda: «Come mai sono così pochi gli italiani iscritti all’elenco elettorale pubblico a Zara, meno di 100, mentre sono invece centinaia gli iscritti alla locale Comunità degli italiani? La Città, prendendo visione dell’elenco elettorale, attestante l’appartenenza nazionale, ha concluso che gli italiani a Zara sono rari come le mosche bianche e dunque non c’è nemmeno bisogno di un asilo per bambini italiani. In questo senso, la Comunità degli italiani dovrebbe impegnarsi maggiormente». Tremul ha infine confermato che l’Unione italiana ha conservato i finanziamenti per il progetto (si tratta di circa 150 mila euro), aggiungendo che la questione dell’asilo italiano a Zara sarà prossimamente affrontata assieme a rappresentanti della Farnesina.

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.