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26lug12 – Premio Masi a Giovanni Radossi per la memoria italiana dell’Istria

Dalla musica classica e il suo appeal sui giovani al ruolo del giornalismo di denuncia; dalla salvaguardia della cultura italiana e veneta in Istria alla tutela etico ambientale dell’Africa, fino al “sapere” del vino e dei valori che tradizionalmente esprime. Sono questi gli ambiti, legati da un fil rouge culturale, che individuano i cinque vincitori delle tre categorie della XXXI edizione del Premio Masi. Il 29 settembre prossimo a ricevere il riconoscimento per le diverse sezioni Kuki Gallmann, Andrea Battistoni, Giovanni Radossi, Gian Antonio Stella e l’Institute of Masters of Wine.

 

L’annuncio è stato dato dalla Fondazione Masi che ha reso note le motivazioni del riconoscimento che da oltre trent’anni celebra la vitalità della cultura, espressione del genio e della creatività quotidiana di persone e istituzioni impegnate ad affermare e a promuovere i valori fondanti e universali della civiltà, concorrendo al progresso della società.

 

Per Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi: “In un momento di smarrimento diffuso di valori reso evidente dalla crisi economica globale, il Premio Masi, attraverso le storie di ordinaria eccellenza dei suoi premiati, intende recuperare e riaffermare la centralità del ruolo della cultura nel processo di ripresa, anche economica, del nostro Paese. Oggi più che mai la cultura può generare un nuovo scatto di orgoglio, in grado di alimentare l’ingegno, l’estro creativo e le attitudini di cui siamo ancora capaci”.

 

Tra i personaggi che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura nel mondo, generando comprensione tra i popoli che si sviluppa in solidarietà, progresso civile e pace, la Fondazione Masi ha individuato in Kuki Gallmann la protagonista della sezione Grosso d’Oro Veneziano del XXXI Premio Masi. Scrittrice naturalizzata keniota ma di origine veneta, la Gallmann si è distinta per “il suo coraggioso e incessante impegno per la salvaguardia della natura, della fauna e più in generale dell’ecosistema dell’Africa alla ricerca di un’armoniosa convivenza tra uomo, animali e natura”.

 

Sarà invece l’Institute of Masters of Wine, l’autorevole istituzione londinese (297 membri selezionati in tutto il mondo) che forma i più qualificati ed influenti esperti internazionali di vino, ad aggiudicarsi il Premio Internazionale Masi per la Civiltà del Vino, categoria riservata ai protagonisti dello sviluppo vitivinicolo e ideali interpreti della civiltà del vino, per “l’attività di formazione e di educazione realizzata in tutto il mondo, cooperando, così, alla divulgazione dei valori del vino, espressione della cultura degli uomini e dei territori che lo producono”.

 

Sul podio del XXXI Premio Masi per la Civiltà Veneta, riconoscimento riservato alle personalità venete di origine o di adozione che hanno contribuito a affermare e trasmettere i valori civili e universali delle Venezie, ci saranno: Andrea Battistoni, veronese, classe 1987, a soli 25 anni tra i grandi direttori d’orchestra del mondo e “giovanissimo promotore di un nuovo presupposto culturale che vede nella rifondazione dell’educazione musicale in Italia, la spinta necessaria per una rinascita virtuosa”; Giovanni Radossi (Rovigno,Istria), direttore e fondatore del Centro di Ricerche Storiche della Comunità Nazionale Italiana di Rovigno per “aver contribuito in maniera determinante a salvare la memoria della cultura e della lingua italiana e veneta in Istria” e Gian Antonio Stella (Asolo, Treviso) una delle più autorevoli firme della stampa italiana e scrittore, “testimone e protagonista di un giornalismo autentico, inteso come strumento indispensabile per la crescita della società; con le sue inchieste ha messo a nudo i vizi nazionali nella prospettiva di un nuovo riformismo”.

 

(fonte Ansa 24 luglio 2012)

 

Ricordiamo anche che Gian Antonio Stella, firma di punta del “Corriere della Sera”, è stato insignito dall’Anvgd del Premio Giorno del Ricordo 2009 per il suo impegno nella divulgazione della storia giuliano-dalmata

 

 

 

Il prof. Giovanni Radossi, direttore del Centro Ricerche Storiche di Rovigno

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