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23 feb – Trieste: il giorno di Norma (foto)

Alla presenza del Presidente della Camera, onorevole Gianfranco Fini, sabato mattina è stato inaugurato il monumento a Norma Cossetto, la giovane infoibata nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943 dopo essere stata orrendamente seviziata dalle milizie titine.

La stele di pietra, voluta dal Comune di Trieste in una zona del capoluogo che ha una forte presenza fisica e simbolica di richiami all'identità istriana, ha visto la partecipazione di molti personaggi politici, autorità militari, civili e religiose, oltre alla presenza della sorella di Norma, Licia Cossetto. Quest’ultima ha ricevuto come sempre il pubblico sostegno e l’affetto del mondo associazionistico degli esuli. Oltre alla terza carica dello Stato erano presenti l'onorevole Roberto Menia, da sempre uno dei sostenitori della causa morale degli esuli, il Sindaco Roberto Dipiazza e le cariche direttive delle principali associazioni degli esuli. Alla cerimonia ha assistito anche il presidente dell'Unione degli Italiani Maurizio Tremul, nella conferma che i tempi che si stanno vivendo sono maturi per ricostruire concretamente le fratture provocate dalle vicende storiche.

Il monumento, su cui spicca un quadro in bronzo con il volto in rilievo della giovane uccisa, è opera dello scultore Antonio Volpicelli ed è stato collocato nella via a lei intitolata, nel “rione degli esuli” attorno a via Baiamonti, costruito negli anni Sessanta fra i rioni popolari di Chiarbola e Servola per dare una casa ai profughi, e dove, in vie che riportano i nomi delle cittadine di provenienza, vivono tuttora migliaia di istriani e i loro discendenti. Via Norma Cossetto, così intitolata dal Comune di Trieste nell’ottobre 2003, a sessant’anni dal martirio, è infatti una laterale della via Capodistria, nel tratto tra le vie Salvore e Visinada.

Emblematica la scritta apposta sotto il volto della Cossetto: “A Norma cui l’amore patrio spinse a far dono della vita per l’italianità della sua Istria”.

La cerimonia è iniziata, come da programma, con l’esecuzione dell’Inno di Mameli e la lettura delle poesie “Il silenzio” di Elisabetta Fabbri e “Per non dimenticare”, nella interpretazione di Alma Petrigna, dedicate alla tragedia istriana. E’ seguito il breve, commosso saluto di Licia Cossetto che ha ringraziato con semplici parole il Sindaco e il presidente Fini per tutto quanto da essi fatto per onorare la memoria della sorella. Ringraziando anche tutti i numerosi convenuti e le associazioni, ha rimarcato la necessità di “trasmettere ai giovani la storia e il senso delle nostre vicende e prima di tutto il nostro grande amore per l’Istria”.

In un sentito intervento, il Sindaco Dipiazza ha quindi ricordato come dopo “un percorso nè breve, nè facile, solo grazie all’opera paziente delle associazioni degli esuli e di alcuni esponenti parlamentari del nostro territorio, fra i quali l’onorevole Menia, lo Stato – con l’istituzione della Giornata del Ricordo del 10 febbraio – ha finalmente ufficialmente riconosciuto la tragedia dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia … dopo oltre quarant’anni di vergognoso oblio sulla vicenda di 350 mila persone costrette a lasciare la loro terra per poter rimanere libere e italiane.”

“… Qui, in questa parte di Istria ricresciuta all’interno della nostra città, oggi sorgerà un fiore – ha proseguito il Sindaco -, perché niente meglio di un fiore può rappresentare la gioia di vivere, la bellezza e la solarità del sorriso di una ragazza di vent’anni. Ma a questo fiore una mano assassina, barbara e vile, recise la vita con la violenza più abominevole che un corpo di donna possa subire. Un evento tragico e criminale. Ma la storia, quella che oggi si è ricongiunta con la verità, ci dice che tutto ciò accadde anche perché Norma Cossetto, di Santa Domenica di Visinada, non volle rinnegare la sua famiglia e la sua italianità, ovvero tutto ciò che rappresentava i valori più profondi del suo ideale. Anche per questo Norma Cossetto, Medaglia d’Oro al merito civile conferita dal Presidente Ciampi (l’8 febbraio 2006, n.d.r.), è divenuta un simbolo luminoso per onorare tutti quelli che come lei sono stati gettati in quelle foibe … di cui per troppo tempo i libri di scuola non hanno voluto parlare.”

Ma oggi possiamo affermare che l’epoca dell’oblio e del silenzio è finita – ha continuato Dipiazza – e a testimoniare l’importanza di questo momento di ricordo vi è l’autorevole presenza della terza carica dello Stato, il presidente della Camera Gianfranco Fini. A lui va riconosciuto un impegno costante e sincero nei confronti della causa degli esuli. Un impegno saggio ed intelligente, perché coniugato non alla conflittualità, ma proiettato verso un dialogo per la ricerca di una memoria condivisa, in cui a tutte le vittime del nostro dopoguerra sia riconosciuta nel ricordo la stessa dignità. “Conoscere e ricordare – ha concluso il Sindaco Dipiazza – affinché ciò che è accaduto non succeda mai più, affinché il sacrificio di Norma Cossetto sia il simbolo dell’inammissibilità dell’odio etnico ad ogni latitudine, perché il sorriso di quella ragazza che amava la sua terra rossa d’Istria ci insegni a coltivare i nostri valori, per costruire un futuro di pace ai nostri figli.”

Dopo il Sindaco, il Presidente Fini ha aperto rivolgendosi innanzitutto a Licia Cossetto, “simbolo di una ferita e di un dolore che mai si rimargineranno. Ed è solo grazie a te, alle Associazioni, all’impegno di tanti singoli esuli – ha detto Fini – se oggi è potuta riemergere una verità negata e si dedica una Giornata al ricordo di queste drammatiche vicende. Solo grazie a voi la battaglia ideale è stata vinta, e la memoria non andrà perduta.”

Il Presidente della Camera ha quindi toccato un punto di grande portata: quello del recupero e mantenimento dei caratteri culturali italiani nell’Istria e Dalmazia di oggi. Partendo dalle vicende storiche Gianfranco Fini ha affermato, rivolgendosi alla sorella Licia. come "la storia di Norma Cossetto è emblematica di una tragedia che, in un modo o nell'altro, ha colpito moltissime famiglie, non solo istriane e italiane ma anche in tutto il mondo, e che porta il nome di Seconda Guerra Mondiale. Tanti sono i nuclei familiari che hanno dentro sè stessi una ferita che niente può rimarginare. Dopo tanto tempo, dopo anni di silenzio, se le istituzioni sono consapevoli del sacrificio che voi istriani avete patito, se sono consapevoli di come la storia debba essere ormai scritta senza buchi, se il lungo oblio è finito, il merito non è delle stesse istituzioni, bensì vostro. Vostro per l'opera di divulgazione di una storia taciuta, vostro per l'ideale vittoria che avete riportato nella vostra ulteriore ed ideale battaglia".

Ha parlato di tempi "maturi e di condizioni ottimali per cambiare pagina, parlando d'Europa perchè questo grande organismo riconosce le identità, le peculiarità ed assume molto più valore nel momento in cui queste sono presenti nel tessuto europeo. La condizione per svoltare ci sono, tuttavia deve esser fatta nel nome di un unica bandiera, che porta il nome di verità".

Gianfranco Fini ha ricordato poi che "se l'impegno si è oggi realizzato bisogna continuare ad agire perchè nessun crimine venga più commesso. Il crimine che avete subito è un crimine indirizzato non solo contro voi italiani, bensì contro l'umanità. E quando avete subito quel crimine si è aggiunta anche l'onta dell'umiliazione che l'Italia vi ha riservato tristemente. L'indignazione vostra per quella parte d'Italia che vi trattò da stranieri in patria è stata la normale reazione ed oggi chi chiede scusa siamo proprio noi, il popolo italiano".

Si è soffermato sulla questione dell'indennizzo agli esuli ribadendo che "chi ha perso tutto oggi non è bisognoso unicamente di un risarcimento materiale. Ci deve essere qualcosa di più alto del riconoscimento del danno affinché ci sia serenità e giustizia. C'è bisogno di una nuova stagione d'italianità in quelle terre venete e romane ma non in termini di statualità, non in termini aggressivi. Riportare il tricolore attraverso una grande azione culturale, tesa ad evidenziare le identità culturali è un grande impegno".

Il Presidente della Camera ha concluso il suo discorso citando l'impegno preso personalmente da lui in merito alle carte d'identità. "Ci vorrà del tempo, sollecitare le prefetture, gli organismi della Pubblica Amministrazione ma l'impegno è preso. Sui documenti vostri non può essere riportata, per chi nato a Parenzo, Pola o in Dalmazia, la dicitura ex Jugoslavia. Perchè la storia ha cambiato il nome dei paesi ma non potrà mai cambiare la vostra identità, che era e resta italiana".

Nicolò Giraldi su www.arcipelagoadriatico.it 

 

 

 

(Fini con Licia Cossetto e il sindaco Dipiazza)

 

 

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(la stele a Norma Cossetto, appena inaugurata. Foto www.arcipelagoadriatico.it)

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