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22 mar – Graziano Udovisi: presto riconoscimento ufficiale

Presto un riconoscimento ufficiale per Graziano Udovisi, unico martire vivente delle foibe. Parola di Gianfranco Fini, presidente della Camera che ieri ha ricevuto, a Montecitorio, l’ufficiale dell’esercito italiano che tanto si battè per difendere la sua Italia. «Verificherò al Quirinale a che punto è la domanda inoltrata anni fa per il riconoscimento del dramma che ha subito», gli ha promesso Fini, che proprio di recente, è intervenuto a Trieste all’inaugurazione del busto a Norma Cossetto, medaglia d’oro e altra martire delle foibe. Dello stesso avviso è stato il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha incontrato Udovisi.

Fu proprio Alemanno, negli anni Novanta, al primo mandato da parlamentare, a presentare un’interpellanza per far ottenere a Graziano il riconoscimento da sempre negato. «Mi auguro che finalmente arrivi in breve tempo quello che Udovisi merita e attende da troppi anni, anche perché, come ho già detto, il Campidoglio oggi è la casa degli esuli giuliani, fiumani e dalmati». Al termine della visita l’affaccio al famoso balconcino del sindaco che dà sul Foro Romano.

Entrambi gli incontri sono stati molto cordiali. Con l’occasione, il presidente Fini ha anche mostrato gli illustri quadri della sua stanza, come un Sironi, di epoca fascista, dal titolo “Inno al lavoro”, che nel dopo guerra fu abbandonato e stipato negli scantinati della Camera ma, incredibile a dirsi, venne rispolverato dalla comunista Nilde lotti quand’era presidente di Montecitorio. «Avrà avuto qualche reminiscenza», commenta ironicamente Marco Eboli, consigliere comunale An di Reggio Emilia e organizzatore dell’incontro, «visto che la Iotti fu fotografata in divisa fascista quando era insegnante elementare nel Comune di Gualtieri, nella provincia di Reggio Emilia».

È stato proprio Eboli, da sempre amico di Udovisi, ad aver voluto pianificare i due incontri romani, con Fini e con Alemanno, all’indomani dell’intervista di Libero al martire delle foibe, pubblicata lo scorso 7 febbraio.

«Questi due incontri mi hanno ripagato da molte ingiustizie, attendo da tanto un riconoscimento, che non arriva mai e non mi è rimasto più tanto tempo per aspettare», osserva Udovisi, commosso. Sembra incredibile, ma proprio Reggio Emilia, sua città adottiva da quasi mezzo secolo, lo ignora. Mentre le più alte cariche dello Stato ed il sindaco della capitale d’Italia lo ricevono con tutti gli onori. Da tre anni, infatti, il Comune di Reggio Emilia organizza la Giornata del Ricordo, il 10 febbraio, ma si è sempre rifiutato di invitare Graziano Udovisi per il veto dell’Istoreco (Istituto storico della Resistenza di Reggio Emilia), che organizza eventi culturali per l’amministrazione locale.

«E un fatto scandaloso», commenta Eboli, «Udovisi tiene convegni e conferenze in tutta Italia, ma non a casa sua. Lo stesso sindaco di Reggio Emilia, Graziano Deirio del Pd non l’ha mai ricevuto». Comunque, il martire delle foibe, venuto a Roma con la moglie Teresa e la figlia Raffaella, è tornato alla sua Reggio Emilia con più serenità e tanta soddisfazione.

Graziano Udovisi è l’unico superstite al mondo delle foibe. Classe ‘25, istriano di Pola, ex maestro elementare, da oltre trent’anni vive a Reggio Emilia, con sua moglie Teresa Corradini detta Corinna, quasi ottantaduenne. Con lei è felicemente sposato da più di sessant’anni, la loro “bambina”, Raffaella, del ‘50, ex-in segnante di lettere, a sua volta è madre di Andrea e Stefano. La vita, nonostante tutto, continua.

(fonte Mariapaola Gianni su Libero)

 

 

 

(Graziano Udovisi nel corso dell'intervista rilasciata a Tg1 Storia lo scroso 9 febbraio. La puntata della trasmissione è visibile tramite questo link http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/tg1_PopupVideo.html?t=Tg1%20Storia%20del%209%20febbraio%202009&v=http%3A%2F%2Flink.rai.it%2Fx%2Fvod%2Fnews%2F09feb%2Fasx%2F20090209094601mpo40jftg1_storia_del_9_febbraio_2009-rainet.asx)

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