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21 set – Tra Gondolone, parà e tricolori si è chiuso il Raduno dalmata

di Ugo Salvini su Il Piccolo del 21 settembre 2009

Il tricolore alla fine è sceso dal cielo, portato in piazza dell'Unità d'Italia a Trieste da uno dei paracadutisti che hanno partecipato alla manifestazione finale del 56.o Raduno nazionale dei dalmati e che l'ha fatto sventolare negli ultimi secondi di discesa. Ad accogliere la bandiera bianca rossa e verde una folta rappresentanza dei circa 10mila partecipanti all'appuntamento che ha visto raccogliersi, per una settimana in città, quanti dovettero abbandonare il litorale orientale dell'Adriatico.

L'ultima giornata del Raduno è stata la più intensa, com'era nelle previsioni. Alle 9 nella chiesa di Sant'Antonio nuovo è stata celebrata la messa per i defunti. Nell'ambito del rito sono stati battezzati i piccoli Sofia, Daniele e Federico. Subito dopo è stata deposta una corona sulla lapide che ricorda il sacrificio di Pierino Addobbati, insignito della medaglia d'oro al valor civile.

Verso le 11 i partecipanti al raduno si sono ritrovati in piazza dell'Unità d'Italia – davanti al Municipio e sul lato vicino alle Rive – inondata da uno splendido sole settembrino. A caratterizzare l'attesa per gli eventi programmati sono state le note diffuse nell'aria dalla banda di Borgo San Sergio dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Poco dopo i generali e i decorati della Dalmazia hanno reso gli onori alle bandiere, passando in rassegna le delegazioni delle associazioni degli esuli, combattentistiche, patriottiche e d'arma schierate, con la fanfara dei bersaglieri sul molo Audace.

Nel frattempo la piazza s'è colorata d'azzurro, perché moltissimi dei dalmati presenti hanno sfoggiato il fazzoletto attorno al collo che porta quel colore e ricorda la loro regione d'origine. Alle 11.30 ha attraccato sul molo di fronte alla piazza il "gondolone" della società canottieri Diadora di Zara, ricostruito in esilio a Venezia. A mezzogiorno nuova deposizione di corone d'alloro davanti al Municipio in ricordo di Francesco Rismondo, anch'egli insignito della medaglia d'oro ma al valor militare, di Giovanni Nini e Luigi Casciana.

Mezz'ora dopo è iniziata la lunga attesa per l'arrivo dei paracadutisti, che hanno dovuto ritardare l'atterraggio in piazza dell'Unità a causa un eccesso di traffico aereo sopra l'impianto di Ronchi dei Legionari. Il problema non ha scalfito la pazienza dei partecipanti al raduno, che hanno atteso finché l'ultimo dei paracadutisti è sceso nel centro della piazza, mentre tutt'attorno il pubblico ha formato un cerchio naturale. Gli applausi hanno salutato tutti i paracadutisti. L'inno di Mameli ha scandito le ultime fasi del Raduno assieme a quello degli esuli, il "Va’ pensiero".

In coda, va registrata una certa delusione fra alcuni dei partecipanti al Raduno determinata dall'assenza di rappresentanti del Comune di Trieste. Del disagio si è reso portavoce il consigliere comunale Salvatore Porro, esponente del Gruppo misto, che ha stigmatizzato la mancata partecipazione dell'istituzione alle cerimonie della giornata. Il presidente del Raduno, Renzo de' Vidovich, ha però spiegato che «l'ultima giornata non prevedeva interventi ufficiali».

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