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19 set – Giuliani nel Mondo: chiuso il quarantennale a Trieste

Radici salde, animo lungimirante. Il manifesto programmatico del 40° della fondazione dei ”Giuliani nel Mondo” ha trovato conferma anche nell'arco della cerimonia di ieri tenutasi nella sala del consiglio comunale, una sorta di ultimo atto scandito dalla consegna di attestati e dalla passerella delle autorità.

Protagonisti i 40 portavoce giunti a Trieste in rappresentanza di 14 Paesi ospitanti circoli di giuliani, una realtà variegata che oltre agli avamposti storici di Australia, Argentina e Canada conta anche una base in Cina, sorta di recente.

Doveva rappresentare l'epilogo di una festa ma la mattina in consiglio comunale ha inevitabilmente assunto il rigore dei toni ufficiali, sebbene stemperati dalla giornalista Elisa Meazzini, impegnata come conduttrice di una cerimonia trasmessa in diretta dalle frequenze web di Giulianinelmondo.tv

Molti gli interventi, alcuni assai articolati, nel complesso tutti concordi nell'indicare nelle giovani generazioni il vero tema da approfondire per alimentare il senso dell'associazione Giuliani nel Mondo e del suo 40°: «Solidarietà, memoria e futuro, sono questi i tre punti fondamentali che vorremmo legare alla nostra celebrazione», ha ribadito Dario Rinaldi, presidente onorario del sodalizio. «Deve essere nostro dovere scongiurare ogni possibile rallentamento dei legami, dobbiamo anzi incentivare una reale vicinanza e solidarietà con i giuliani sparsi all'estero».

«Per fare questo siamo chiamati alla creazione di ulteriori opportunità di aggregazione e di conoscenza – ha aggiunto Rinaldi, accompagnato sul tavolo dei relatori dal sindaco Roberto Dipiazza, dal presidente effettivo dei Giuliani nel Mondo Dario Locchi, dalla presidente della Provincia di Trieste, Teresa Bassa Poropat, dall'assessore regionale alla Salute Vladimir Kosic e dal sottosegretario all'Ambiente, Roberto Menia. «La nostra pagina storica deve essere conosciuta specie dai giovani perché a loro guardiamo, per farne nuovi protagonisti o possibili vertici della classe dirigente».

L'appello al futuro domina ma i richiami al passato restano attuali. Lo ha ribadito l'intervento di Roberto Menia, ricordano l'importanza della riscoperta della ”piccola Patria” ma indicando anche che «Il tempo non deve rappresentare solo un farmaco per scordare ma per capire la giusta strada verso il senso di giustizia che molti emigrati ancora invocano».

Vladimir Kosic, in rappresentanza della Regione, ha invece proposto un appello più accorato formulando che «Dimenticare non si può, perdonare si deve. Mezzo passo indietro di ognuno potrebbe regalare molti passi in avanti per molti».

I giovani della platea di ieri sembravano aver recepito il segnale. Parlano varie lingue, ignorano l'italiano ma magari respirano il dialetto triestino. Forse per questo il messaggio più nitido è giunto dal monito di sempre: ”Ierimo, Semo, Saremo”. Eravamo, Siamo, Saremo.

Francesco Cardella su Il Piccolo del 19 settembre 2010

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