Nel Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste sono accastati centinaia di metri cubi delle masserizie che gli esuli dall’Istria, in gran parte, portarono con sé quando lasciarono la loro terra, nell’immediato dopoguerra e dopo il trattato di Londra del ’54.
Si tratta di quanto rimane della ben maggiore quantità che gli esuli portarono con il loro bagaglio quando giunsero nelle varie destinazioni italiane e che furono concentrate a Trieste.
Nel 1987, dopo che vennero esperiti da parte della Prefettura tentativi per la riconsegna delle masserizie agli esuli, il tutto passò in proprietà all’Irci, l’Istituto regionale per la Cultura istriana fiumana dalmata di Trieste.
L’Ente Porto di Trieste si impegnò a mettere a disposizione lo spazio necessario per ricoverare tali masserizie dopo che le stesse, per esigenze operative del Porto, vennero trasferite al Magazzino 24 e successivamente al 18, dove attualmente si trovano in attesa di decisioni sul loro futuro.
Non è pensabile, infatti, che le masserizie rimangano per sempre nel magazzino dove si trovano, anche se l’Ente Porto trovasse il modo di mantenerle nell’attuale sistemazione, in previsione della nuova destinazione dell’area del Porto Vecchio. Né è ipotizzabile lasciare deperire nel tempo le masserizie che già scontano oltre sessanta anni di degrado dovuto al magazzinaggio.
È quindi opportuno prevederne e programmarne l’«utilizzo» consono a quanto rappresentano, tenendo conto del loro valore simbolico, morale e umano, al di là di quello materiale.
Avendo presenti questi irrinunciabili principi, il Cda dell’Irci aveva esaminato la questione senza peraltro riuscire a individuare una soluzione unanimemente condivisibile, considerata la complessità dell’argomento.
Ritengo che sia doveroso riprendere quanto prima questo argomento poiché il passare del tempo non risolve il problema, a meno che non si voglia che le masserizie si degradino e si autoeliminino: confido che nessuna delle organizzazioni degli esuli si auguri tale prospettiva e che quindi facciano opera di convincimento nei confronti dell’Irci, dove, peraltro, tutte le stesse organizzazioni sono rappresentate.
Nel passato alcune minime quantità di masserizie sono state utilizzate in occasione di avvenimenti particolari e sono servite quale materiale per rassegne / mostre destinate a far conoscere la tragedia dell’Esodo: si tratta di piccole quantità rispetto alla gran massa di materiale disponibile che deve trovare una destinazione prima che sia troppo tardi.
A suo tempo avevo proposto un piano di utilizzo e di dislocazione con valorizzazione delle masserizie stesse, piano che, come detto, il Cda dell’Irci non aveva giudicato condivisibile e che di seguito ripropongo schematicamente.
1) In primo luogo, individuare e accantonare le masserizie utili per l’allestimento del Museo della Civiltà istriana fiumana dalmata e per il completamento della Rassegna Crp di Padriciano nell’ex Campo profughi di quella località.
2) In secondo luogo, dare la possibilità alle varie organizzazioni degli esuli che operano in Italia e all’estero, di scegliere quanto a loro necessario per l’allestimento di mostre permanenti, rassegne, ricerche, esposizioni.
3) Consentire quindi agli esuli di ottenere qualche oggetto di loro interesse per mantenere nella loro attuale abitazione la testimonianza di quanto hanno perduto con l’Esodo.
4) Dopo aver compiutamente soddisfatto le richieste dei precedenti punti 1, 2 e 3, consentire a privati cittadini di ritirare qualche singolo oggetto di loro interesse, con l’impegno di non alienarlo e con l’eventuale versamento di un importo quale contributo alle spese connesse con la gestione delle masserizie.
5) Infine, dopo che siano state soddisfatte tutte le aspettative degli esuli e di altri cittadini che ne avessero interesse, vendere quanto rimasto e utilizzare il ricavato per finanziare le iniziative a favore delle istituzioni degli esuli.
Ho accennato al costituendo Museo della Civiltà istriana fiumana dalmata per il quale è stato ristrutturato a cura dell’Irci, lo stabile di via Torino messo a disposizione dal Comune di Trieste, il cui nome già ne indica lo scopo, quello di illustrare vita, società e cultura nelle terre che siamo stati costretti ad abbandonare con l’Esodo.
A testimoniare l’Esodo e le vicende successive che hanno tormentato gli istriani fiumani dalmati, è nata nel 2004 la Rassegna Crp, allestita dall’Unione degli Istriani e dall’Irci, nell’ex Campo profughi di Padriciano, nello stabile messo a disposizione dalla Provincia di Trieste.
Ambedue queste iniziative hanno bisogno di sostegno non solo materiale, e la risoluzione del problema delle masserizie potrebbe essere l’occasione per le varie organizzazioni degli esuli in primis, oltre all’Irci, per dimostrare di avere a cuore la questione e decidere sul da farsi prima che il materiale deperisca definitivamente o che si sia costretti a decidere sotto la spinta provocata da motivi contingenti e imprevedibili.
Silvio Delbello
intervento su Il Piccolo del 19 settembre 2010