Entra nel vivo il 16 ottobre la XVII edizione del Premio “Siberene”, prestigiosa iniziativa culturale organizzata dalla Proloco di Santa Severina (Crotone) che avrà il proprio culmine il 18 con l’assegnazione del premio allo scrittore Saverio Strati.
Prima iniziativa delle tre giornate culturali previste dal cartellone delle iniziative la presentazione de “In quel labirinto mi sono presa per mano” romanzo di Elena Bertonelli che, alle ore 17, sarà presentato nelle sale del castello.
Pur essendo nata a Pola, in Istria, l’Autrice ha un forte legame professionale con il Crotonese avendo diretto per circa un decennio il Liceo scientifico petilino “Raffaele Lombardi Satriani” prima di divenire ispettrice centrale del Ministero della Pubblica Istruzione.
Il romanzo che sarà presentato a Santa Severina alla presenza del sindaco Bruno Cortese da Giovanni Ierardi, Luciano Meligrana, Dorotea Medici è solo l’ultima di una serie di saggi che la stessa Elena Bertonelli ha dedicato al sistema di istruzione italiano alla questione del linguaggio burocratico, alla storia ed antropologia del cinema.
Particolarmente significativa, inoltre, la sua attività culturale legata alla collaborazione con Luigi Maria Satriani con cui ha realizzato la rassegna cinematografica “Cinema e Mezzogiorno”: un pluriennale laboratorio di analisi della realtà meridionale.
Nel programma della presentazione del romanzo, per farlo gustare ai presenti, interverranno le voci recitanti di Anna Maria Biscaini, Stefano Sepe, Maria Rita Viora e Dorotea Medici proporranno alcuni significativi passaggi del romanzo, accompagnati, nella circostanza odierna, da musicisti diretti dal m° Franco Castagnino.
Come ha evidenziato l’antropologo Luigi Lombardi Satriani “In quel labirinto mi sono presa per mano” di Elena Bertonelli “è un romanzo di ambiente e di atmosfera in cui si allude a complessi universi simbolici e si tratteggiano mentalità.
Centrato sul mondo dell’alta o media borghesia napoletana, e non solo napoletana, il romanzo è caratterizzato dall’individuazione di diversi livelli di rappresentazione e di realtà. Elena Bertonelli – osserva Lombardi Satriani – attua un meccanismo narrativo attraverso il quale opera un efficace ethos del trascendimento, che trasforma il dato in valore, secondo quanto ha posto in risalto l’etnologo Ernesto De Martino. È una strategia alla quale sono ricorsi nel tempo numerosi narratori che hanno scritto diari: da André Gide a Julien Green, ai Mauriac, padre e figlio, da Cesare Pavese a Corrado Alvaro, a Fortunato Seminara”.
[Francesco Rizza su arealocale.com]
Elena Bertonelli è nata a Pola, in Istria. Ha trascorso alcuni anni della sua infanzia a Sasseta di Zignago, nell’entroterra spezzino. Ha vissuto e studiato a Napoli. Per motivi professionali si è trasferita per circa un decennio in Calabria, nell’Alto Crotonese.
Dal 1993 vive a Roma. Ha pubblicato numerosi saggi sul sistema di istruzione italiano e sulla questione del linguaggio burocratico. Particolarmente significativa la sua attività culturale legata alla collaborazione con Luigi M. Lombardi Satriani. Frutto del loro comune interesse per il Sud è la Rassegna “Cinema e Mezzogiorno”, pluriennale laboratorio di analisi della realtà meridionale che si è concretata, tra l’altro, in numerose pubblicazioni di storia e antropologia del cinema.
Ispettore tecnico del ministero dell’Istruzione, è stata membro del Gruppo nazionale per l’Autonomia e del Coordinamento della Commissione di studio sul Riordino dei cicli. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Insegnare e apprendere (Giunti, Firenze 2000); La dimensione curricolare (con P. Boscolo, F. Frabboni, G. Rodano, C. Scurati, Bruno Mondadori, Milano 2002).