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16 nov – Targa a Monfalcone: non basta la censura

Non ci sarà la Lega Nazionale e l'ANVGD di Gorizia oggi, alle 11, all’inaugurazione del monumento alle vittime delle foibe in via dell’Istria a Monfalcone. Ci saranno ragazzi, scuole, famiglie di infoibati, associazioni combattentistiche e d’Arma, ci sarà l’Unione degli istriani che, alla fine, ha accettato di esserci dopo aver ricevuto l’assicurazione che il Comune avrebbe provveduto a ”oscurare” una frase dell’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, definita revisionista se fuori dal contesto in cui fu pronunciata, dal presidente della Lega Nazionale e ANVGD Gorizia Rodolfo Ziberna. Insomma, la ”censura” in extremis non ha soddisfatto la Lega Nazionale e l'ANVGD che parlano di «equilibrismi dell’amministrazione nel tentativo di falsificare la storia». Cerimonia monca, dunque, nonostante il tentativo del vicesindaco Silvia Altran di farne una festa unificatrice. L’ennesima, dopo quella che aveva visto l’inugurazione del monumento, a febbraio, senza lo straccio di una targa commemorativa, e dopo i continui rinvii e tentennamenti. Fino alla decisione finale, subissata di critiche.

Mai come ora, a Monfalcone sembra esserci una separazione netta tra monumenti di destra, politicamente scorretti per parte della maggioranza, e di sinistra, invece perfettamente in linea. E gli esempi non mancano. La stele agli infoibati è senza dubbio il caso più clamoroso. Ma i casi non mancano. Polemiche spuntarono alla fine del 2005 perchè il Comune ”si dimenticò” di commemorare le vittime dell’attentato di Nassirya. Dimenticanza rimediata qualche settimana dopo con una cerimonia nel piccolissimo giardino di via Romana dedicato alle vittime, accanto alla stele al 13° Cavalleggeri di Monferrato e al 20° Cavalleggeri di Roma. Ma che dire dell’erma alla Terza Armata, trasferita da quota 12, a lato della statale 14 dalla parte del Carso, in piena zona industriale. Esclusa dal suo contesto tra le proteste, allora, delle associazioni combattentistiche che avevano auspicato una sua ricollocazione in un luogo più consono.

Significativa, poi la storia del monumento agli artiglieri – in realtà un cannone neozelandese della seconda guerra mondiale -, sistemato in assoluto silenzio, ai bordi della pista ciclabile tra i giardini accanto alla Capitaneria e il canale De Dottori, inaugurato con una breve cerimonia solo alcuni mesi dopo l’installazione. «Simbolo di pace – ci si affrettò a precisare – e ricordo degli artiglieri caduti».

Un messaggio lanciato a voce troppo bassa se poi il povero cannone fu ”attaccato” ripetutamente da pacifisti, dovendo subire l’onta di verniciature strane, addobbi di fiori e cartelli. Fino a quando una delle ”squadre” di pacifisti protagoniste dei raid furono bloccate. Vita difficile, insomma, a Monfalcone per i monumenti scomodi. Ma il peggio accade quando vengono tentati improbabili equilibrismi per cercare mettere d’accordo tutti, anche chi non ne ha assolutamente voglia.

(fonte Il Piccolo)

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