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16 nov – L’istriano Menia lascia il Governo

di MARINA NEMETH su Il Piccolo del 16 novembre 2010

ROMA Due righe esatte per dare l'addio al governo e rimettere nelle mani di Berlusconi le dimissioni «irrevocabili, con immutata stima». Ma anche, nella stessa giornata, per lanciare un messaggio alla sua regione. «Ci saranno delle sorprese», dichiara in serata Roberto Menia (di origini istriane ndr), e tutti corrono alla possibilità, già ventilata, che il deputato triestino di Futuro e Libertà possa candidarsi a sindaco di Trieste con la nuova formazione politica di Gianfranco Fini.

Lui, senza sbilanciarsi, precisa che «l'affermazione riguarda il Friuli Venezia Giulia e non la sua persona». Forse la nascita di un gruppo autonomo di Fli al consiglio regionale?

L'ultimo atto del sottosegretario all'Ambiente è stato «meditato e metabolizzato».

Il tempo delle incertezze è finito, il dado è tratto. Ma ieri pomeriggio Menia non ha rinunciato, prima che la sua decisione sia ufficializzata sulla Gazzetta Ufficiale, ad apporre la firma di sottosegretario all'Ambiente su un accordo per la promozione delle energie rinnovabili nelle strutture della difesa. «Un progetto – spiega – al quale davvero tenevo moltissimo».

La voce è stanca, forse provata dalle numerose comparsate televisive. Nel frattempo, arriva la notizia della stoccata del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, che taccia di tradimento i finiani.

Onorevole Menia, cosa risponde?

Penso che sia già partita la campagna elettorale. E che non sono disposto ad accettare il giochetto che se uno critica Berlusconi è per forza un disertore. Credo sia più importante pensare al futuro di un centrodestra unitario e che tenga al bene del Paese.

Con Berlusconi?

A prescindere da Berlusconi. L'Italia fa parte dell'Europa ed in qualunque Paese europeo un premier che deve rendere conto di certi atteggiamenti pubblici o etici fa un passo indietro. Berlusconi deve ammettere che il centrodestra viene prima di lui ed è più importante di lui.

Quindi una nuova destra che faccia a meno del Cavaliere?

Tutto il centrodestra deve interrogarsi su che cosa vuole fare da grande. Finora la sua stagione, dal '94 in poi, è stata legata inscindibilmente a Berlusconi. Deve essere così a vita? Meglio un cambiamento che un finale crepuscolare e da basso impero.

Cosa accadrà?

Credo che le elezioni si avvicinino, il livello di litigiosità è alto.

E Futuro e libertà, in questa ipotesi, cosa farà? Il terzo polo con i centristi Casini e Rutelli?

Quando litigavamo di meno e ci chiamavano Popolo delle Libertà si era tutti d'accordo sul fatto di dover aggregare i moderati italiani. Sarebbe uno scenario alternativo al ricatto di Berlusconi o con me o contro di me.

Il suo capogruppo alla Camera Bocchino apre al Partito democratico. Lei che ne pensa?

E' una dichiarazione fatta solo per dimostrare che non c'è nulla di scontato. La politica è fatta anche di queste cose, ma non si tratta di uno scenario attuale. Personalmente rispondo alla mia coscienza e quella mi dice che sono stato eletto dal centrodestra.

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