di Guido Mondolfo su Il Piccolo del 15 settembre 2009
Sono passati 62 anni dalla seconda redenzione di Gorizia. Una giornata vissuta e segnata profondamente nel nostro cuore. Una traccia indelebile nell'anima di tutti noi sopravvissuti. Fummo in quella lontana stagione dei contestatori, contestatori nel nome d'Italia. È difficile oggi farci capire e far capire cosa rappresentò nella nostra vita la storia di quel tempo. Una storia fatta di lotte, di divisioni, di contrapposizioni. Fummo nelle strade e nelle piazze di Gorizia a manifestare per difendere la nostra città, la nostra terra, le nostre case, l'unità delle nostre famiglie, la nostra fede, la religione stessa. Uniti nella stragrande maggioranza per riportare Gorizia all'Italia.
È passato tanto tempo; altre generazioni si sono affacciate e altri problemi sono sorti. Nello stesso tempo il dialogo – forse ancor oggi in certi casi difficile – ha sostituito le contrapposizioni, le incomprensioni. E nel contempo è stata tracciata una nuova strada nel cui percorso si possono incontrare valori nuovi, valori costruttivi, punti d'incontro, di pace, d'amicizia.
Ebbi un giorno a dire: è finito il tempo delle guerre civili tra europei. Nell' Europa nuova che sta seppur faticosamente sorgendo, ogni stato deve però mantenere e custodire inalterata la propria storia, la propria identità senza per questo risvegliare antiche inimicizie ed incomprensioni con il proprio vicino. Ecco perchè ricordiamo "con animo perturbato e commosso" come direbbe il Vico, quell' indimenticabile giornata del 16 settembre 1947.
La generazione che la visse, allora adolescente, ha oggi i capelli bianchi, ma ritiene doveroso trasmettere e far conoscere ai giovani goriziani il grande valore, il profondo significato di quella data.
Calano dal Palazzo della Prefettura in Piazza della Vittoria le bandiere inglese ed americana; sale il nostro Tricolore accompagnato dal grido acclamante d' una folla sterminata. E infine in tanti sul colle del castello per la cerimonia conclusiva. Al " canto " delle campane delle chiese di Gorizia, alle 12,55 in un clima d'intensa commozione e patrottismo sale il Tricolore d' Italia.
Sono passati 62 anni. Oggi siamo rimasti in pochi testimoni di quella stagione, e mi rendo perfettamente conto quanto sia difficile in una società così arida e diversa, priva o quasi di valori, passioni, sentimenti, far capire a chi ci vive accanto l'amore per la Patria che provammo in quella giornata.
Non è facile il compito che ci attende: far conoscere e far capire questa Storia. Certo, incontreremo difficoltà, ostacoli, anche opposizioni forse. Ma non dobbiamo, non possiamo deludere le nostre speranze, anche perchè il passaggio di questa testimonianza alle generazioni dell' oggi e a quelle del domani è fatto sopratutto in memoria di coloro che ci hanno lasciato. Ad essi va la mia riconoscenza, il mio ricordo per quanto hanno dato nel riportare dopo tante lotte e sacrifici il Tricolore d'Italia a sventolare sulla nostra Gorizia.