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15 nov – Di nuovo in ballo le opere d’arte istriane?

L'Adnkronos riporta il 13 novembre questa notizia.

"Lubiana – Mario Resca, direttore generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in rappresentanza del ministro Sandro Bondi, alla conferenza di Lubiana. “L’incontro – afferma Resca – ha inteso incoraggiare il dialogo interculturale attraverso la condivisione delle pratiche di gestione del patrimonio culturale. Il successo dell’iniziativa – continua Resca – è basato su un concetto innovativo: ogni azione mirata a restituire alla collettività edifici, monumenti, aree archeologiche danneggiati dagli eventi bellici o compromessi dall’incuria e a comunicare i valori legati al patrimonio culturale e architettonico contribuisce in maniera concreta al dialogo tra i paesi per una società pacifica e democratica. Il patrimonio culturale rappresenta sempre di più un elemento centrale dello sviluppo economico-sociale di quest’area dell’Europa”.

Alla conferenza di Lubiana hanno preso parte i rappresentanti di oltre trenta Ministeri della cultura del sud-Est-Europa, insieme a quelli della società civile, insieme in una conferenza organizzata dal Ministero della Cultura sloveno, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri della Slovenia e sostenuto dalla Commissione europea, Consiglio d'Europa."

Confidiamo vivamente che le affermazioni del direttore Resca non facciano riferimento alle opere d'arte istriane, poste in salvo nel 1940 dalle autorità italiane competenti al fine di preservarle dagli eventi bellici, e trasferite a Roma in locali protetti di Palazzo Venezia in un contesto di piena legittimità operativa. Nel 2002 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali volle restituire al pubblico, dopo accurati restauri, i quadri e i manufatti, che vennero esposti a Roma in una grande mostra nella sede del Museo di Palazzo Venezia, curata dallo stesso Ministero, e successivamente, nel 2005, a Trieste nel Museo Revoltella, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Artistici del Friuli Venezia Giulia, il Comune di Trieste e l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Attualmente, le opere sono esposte al Civico Museo Sartorio di Trieste. Dunque sono offerte alla libera fruizione dei visitatori. La produzione artistica del Tre, Quattro e Cinquecento in Istria è frutto e testimonia il plurisecolare, fecondo tessuto di costanti relazioni tra la sponda orientale ed occidentale dell’Adriatico, auspice Venezia: l’Istria e la Dalmazia si inseriscono in quei secoli nel comune linguaggio artistico e figurativo dettato e diffuso dalla Serenissima.

Le opere sono di inequivocabile pertinenza dello Stato italiano, nel cui territorio erano all’epoca collocate e che sottopose a conservazione cautelativa secondo le norme della legislazione italiana. 

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