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11ago/14.42 – A Trieste celebrato matrimonio jugo-nostalgico

Un matrimonio in stile jugo-nostalgico nella Trieste insignita nel 1956 di medaglia d’oro al valor militare perché, si legge tra l’altro nella motivazione, «sottoposta a durissima occupazione straniera, subiva con fierezza il martirio delle stragi e delle foibe, non rinunciando a manifestare attivamente il suo attaccamento alla Patria». Nel Municipio in Piazza Unità d’Italia lo scorso 16 luglio – ma la notizia si è diffusa in questi ultimi giorni – è stato celebrato uno sposalizio che il quotidiano “Il Piccolo” ha definito «di stampo titino» e che Fausto Biloslavo ha ripreso su “Il Giornale”.

 

Lo sposo è Igor Pauletic, presidente e voce solista del «Tržaški Partizanski Pevski Zbor “Pinko Tomažic”», coro intitolato al comunista sloveno fucilato a Opicina nel dicembre del 1941; la sposa Larissa Issaeva, nata nell’allora Unione Sovietica a Togliattigrad. Stando alla cronaca sul quotidiano triestino, terminata la cerimonia nella sala matrimoni del Comune ha preso il via una autentica festa filo-jugoslava, con tanto di enorme bandiera della Federativa ed esposizione di un altro tricolore, l’italiano con la stella rossa. Secondo il “Piccolo” si sono viste anche le «titovka» la bustina dei partigiani jugoslavi. «Ed essendo presenti diversi elementi del coro Tomažic, quale miglior regalo per gli sposi di una serie di canti “patriottici”? – scrive il cronista –. Così, […], i presenti intonavano tre testi sacri del repertorio partigiano sloveno: “Vstajenje Primorske” (Resurrezione del Litorale), “Trst je naš” (Trieste è nostra) e “Internacionalo” (L’Internazionale)».

 

Se non fosse stato tutto vero, verrebbe da non credere. Come è possibile che in un luogo e una regione sui quali si sono scatenate tutte le violenze ideologiche del Novecento e che soltanto lo scorso anno ha visto convenire al primo incontro di pacificazione con il passato i tre Presidenti di Slovenia, Croazia e Italia, possano riprendere corpo in una pantomima sfacciata e penosa le ombre della ferocia etnica sulla quale tutti gli storici contemporanei hanno, finalmente, fatto piena e indubitabile luce?

 

A celebrare il rito nuziale, che così è calato nella rievocazione degli spettri, Igor Kocijan, consigliere regionale di Rifondazione comunista-Sinistra arcobaleno, secondo il quale «i cori e le bandiere sono state esibite successivamente alla cerimonia, in Municipio abbiamo mantenuto una certa sobrietà: poi si è data vita alla simpatica festa». Simpatica festa, dunque, alla quale – secondo testimonianze riportate dai due quotidiani – avrebbe partecipato, sia pure casualmente e di sfuggita, il sindaco Cosolini: «Quando sono sceso dal municipio non c’erano né cori né bandiere che avrei ritenuto per altro inopportune. Ho fatto solo gli auguri agli sposi».

Le immagini diffuse su Facebook testimoniano altro.

 

© Anvgd nazionale

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