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11 apr – Le occasioni mancate de ”La Repubblica”

Sono Marco, ho 33 anni e abito in provincia di Firenze. Pur non avendo nessun tipo di legame con le terre giuliano-dalmate, è da molto tempo che ho un grande interesse per la loro storia e anche per le vicende attuali. Il vostro sito web è al riguardo una vera e propria miniera d'oro al riguardo (complimenti!), tanto che ci navigo spesso soprattutto per leggere le news e gli articoli di stampa. Sono anche naturalmente molto sensibile alle dolorose vicende che vi hanno colpito, e per le quali ad oggi purtroppo c'è solo un riconoscimento simbolico e niente più.

Sfortunatamente questi argomenti sono trattati pochissimo – o meglio, quasi per nulla – dai mass-media, e ciò non contribuisce certo alla diffusione della conoscenza dell'argomento (in senso lato) presso l'opinione pubblica.

Recentemente ho notato su "Il Venerdì di Repubblica" (che leggo peraltro con piacere, dati i suoi servizi sempre interessanti) varie occasioni mancate per almeno accennare alla storia delle Vostre Terre:

nel numero 1094 del 6 Marzo alle pagine 114-115, nel servizio "Quelli che…scendono in campo a ottant'anni" sui campionati  di atletica ad Ancona è intervistato Ottavio Missoni che dichiara di aver vinto a 14 anni il titolo dalmata-marchigiano, aggiungendo che all'epoca le due zone facevano parte dello stesso comitato regionale: non solo nell'articolo non è accennata alcuna spiegazione a questa "unione dalmata-marchigiana" (immagino al riguardo il disorientamento, se non indifferenza, della maggior parte dei lettori), ma subito dopo Missoni è definito "lo stilista triestino" senza ovviamente nessun accenno alle sue origini dalmate.

nel numero 1096 del 20 marzo nella rubrica "Il piatto etnico" a pagine 122 si parla di "fritule croate" (immagino siano in realtà le fritole istriane di cui ho sentito parlare): l'introduzione alla preparazione è "di chiara ispirazione italiana, i cartocci di fritule calde spolverate di zucchero sono uno dei dolci venduti per strada in Croazia", senza anche qui aggiungere nient'altro.

infine, nel numero 1098 del 3 aprile, fra le varie mete proposte per le vacanze, da pagina 114 in avanti si parla anche della costa istriana e dalmata ma le località sono scritte sempre in croato eccetto una veloce traduzione nel testo, mentre nella cartina iniziale di nomi italiani non c'è traccia (a parte Trieste…) come pure nella grande foto all'inizio che mostra "il parco nazionale delle isole Brijuni, a Pula in Croazia". Inutile aggiungere che nel testo neanche è affrontata la storia e l'italianità di quei luoghi……

In questo modo non solo viene omessa la storia italiana di Istria, Quarnero e Dalmazia, ma ciò contribuisce a far pensare alla maggior parte della gente che quei luoghi siano soltanto località straniere come tante altre da prendere in considerazione per una vacanza: spero che riusciate a sensibilizzare la redazione affinché in futuro si parli di queste vicende quando capita l'occasione, a prescindere dall'argomento trattato.

Marco V.

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