Venerdì 9 ottobre, alle 18, nella sala conferenze (piano terreno) del nuovo Civico Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata in via Torino 8 avrà luogo la presentazione del volume ”Istria Quarnero Dalmazia- Storia di una regione contesa dal 1796 alla fine del XX secolo” (326 pagine) curato da Marco Cuzzi, Guido Rumici e Roberto Spazzali e prodotto dall’Irci in collaborazione con la Libreria Editrice Goriziana.
La presentazione sarà introdotta da Piero Delbello, interverrà lo storico e docente Giuseppe Parlato insieme agli autori e all’editore.
Il volume, corredato di numerose immagini a colori, spesso rare o inedite, e di numerose riproduzioni di documenti d'epoca, è strutturato come un manuale ad uso scolastico, pur essendo pensato e costruito per il largo pubblico.
Suddiviso in capitoli dotati di schede di approfondimento sui temi più delicati e discussi, il libro è dotato di un importante apparato di referenze bibliografiche essenziali e di un indice dei nomi.
L'obiettivo che si sono posti gli autori nella stesura è quello di produrre un'opera che analizzi la complessità di una storia regionale priva di elementi di unitarietà, relativa a un territorio appartenuto a Stati diversi, alcuni dei quali ormai scomparsi, sui quali hanno insistito numerosi conflitti localizzati e due guerre mondiali.
Scrive Parlato, nell’introduzione, come il libro sia il più completo lavoro sulla storia dell’Istria dalla fine del ’700. Innanzitutto per la scansione temporale, che inizia dalla fine della Serenissima, in modo da consentire una narrazione di lungo periodo in grado di chiarire meglio la nascita della storia moderna istriana. In secondo luogo, il volume rappresenta una sintesi riuscita tra le esigenze della ricerca e quelle della didattica. Lo storico, infine, mette in rilievo come la scelta delle organizzazioni legate all’Esodo di convergere su iniziative di taglio culturale e programmi che prevedono ricerca e alta divulgazione, sia oggi indispensabile, per un dialogo e un confronto sereno tra le posizioni, che non può che basarsi su riflessioni di qualità in grado di portare effettivi contributi alla conoscenza dei fatti.
