ANVGD_cover-post-no-img

06 ago – La Croazia pronta a vendere le isole Brioni

La crisi economica sta strozzando la Croazia. E le previsioni per i prossimi mesi non sono rosee. Così il governo di Zagabria sta pensando, come ultima ratio, di mettere sul piatto, per «fare cassa», anche i cosiddetti «12 gioielli» che compongono il tesoro economico-ambientale del Paese. E tra questi ci sono anche le isole Brioni. Dopo il contestatissimo taglio di stipendi e pensioni, foriero di prossimi moti di dissenso, e dopo la forzata rinuncia ad alcuni ambiziosi progetti d’investimento, la compagine ministeriale guidata da Jadranka Kosor potrebbe forse essere tentata di cedere al miglior offerente anche l’«eccellente dozzina» che finora ha gelosamente custodito nella cassaforte di Stato. E, come si è detto, nell’elenco rientra anche l’«arcipelago di Tito»: l’insieme di 14 tra isole e isolotti a circa un miglio dal dirimpettaio abitato di Fasana, dichiarato Parco nazionale e rigorosamente sotto tutela sin dal 1983. Ornate da una vegetazione che vanta oltre 600 varietà arboree, che fa da cornice a incantevoli lagune e scogliere, ma anche a resti di antiche ville romane e bizantine, le Brioni – per le quali esiste un progetto di valorizzazione turistica che stenta a decollare – potrebbero effettivamente essere uno degli ultimi assi nella manica di un governo ridotto alla disperazione. Sin da tempi ormai remoti elette a destinazione Vip di eccellenza, le Isole assursero a notorietà internazionale dagli anni Trenta del secolo scorso in poi.

Fin troppo lungo da enumerare l’elenco delle teste coronate, dei titoli nobiliari e dei personaggi del jet-set che – molto prima, durante e anche dopo il Maresciallo – soggiornarono a Brioni Maggiore e Brioni Minore (le due isole più grandi), oppure a Vanga, buen retiro di Tito e della sua cerchia più intima. Con il loro inestimabile bagaglio storico, naturalistico e climatico le Brioni non avrebbero difficoltà a trovare facoltosi acquirenti, che del resto si sono reiteratamente candidati a rilevarne la proprietà anche in anni recenti. Si sa che non molto tempo addietro, e comunque prima della crisi globale, un’offerta era arrivata fino a due miliardi di euro per l’intero arcipelago, «chiavi in mano». Adesso che i tempi sono cambiati gli esperti stimano che il ricavo potrebbe comunque arrivare a una cifra compresa fra gli 800 milioni e 1,2 miliardi. A patto però di poter rimuovere i vincoli imposti dal regime di Parco nazionale.

Oltre alle Brioni, nella predetta «eccellente dozzina» troviamo anche un altro invitante boccone: si tratta dello Janaf, ossia dell’oleodotto che dall’isola di Veglia (Krk) e dal suo terminal a mare nei pressi di Castelmuschio (Omisalj) si inerpica verso la Croazia continentale arrivano a Nord fino al territorio ungherese e a Est fino a quello serbo. Si sa per certo che la pipeline anche attualmente fa gola a molti. E tra i pretendenti si annoverano in prima fila i magnati russi del petrolio e del gas naturale. Specie dopo che Castelmuschio ha avuto il placet definitivo del governo croato per accogliere il rigassificatore pianificato dal consorzio multinazionale «Adria Lng». Male che vada, anche in tempi di crisi la privatizzazione dello Janaf potrebbe riversare nelle esangui casse statali sui 2-300 milioni di euro.

Una cifra più o meno analoga potrebbe poi essere incamerata dalla cessione della principale società assicurativa nazionale, «Croatia osiguranje», anche questa inquadrata da tempo nel mirino delle principali compagnie continentali del settore. Nello stesso elenco rientrano poi l’ente elettroenergetico nazionale (Hep), la cui cessione comporterebbe la privatizzazione del settore e un introito per le casse statali stimato sugli 800 milioni di euro, il demanio forestale, le Ferrovie, le fonti e le sorgenti di acqua potabile.

Mauro Manzin su Il Piccolo del 6 agosto 2009

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.