ANVGD_cover-post-no-img

05 lug – Le reazioni alla proposta Toth/Budin

di SILVIO MARANZANA su Il Piccolo del 5 luglio 2010

Non riesce a mettere d’accordo la città nemmeno la proposta lanciata congiuntamente da Lucio Toth presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e da Milos Budin esponente del Pd e già sottosegretario del Governo Prodi: portare il 13 luglio i Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia al Balkan bruciato dai fascisti e alla lapide che ricorda l’esodo cui furono costretti gli italiani.

«Nulla in contrario se i presidenti di Slovenia e Croazia vogliono andare al Balkan per i fatti loro – commenta il sottosegretario Roberto Menia (Pdl) – ma altra cosa è cercare di coinvolgere il Presidente Napolitano. L’abbraccio sul palco tra i tre Presidenti è il segno dell’amicizia per un evento importante come il concerto di Muti. In questo concordo con il sindaco Dipiazza, ma tutto il resto non mi convince. C’è una grande tomba a Basovizza, mentre quello in piazza Libertà è solo un monumento, una pietra. Fermarsi lì – chiude Menia – rischia di diventare una passeggiata, un espediente».

E il Balkan proprio non va bene nemmeno per Piero Delbello, direttore dell’Irci (Istituto regionale per la cultura istriano – fiumano – dalmata). «Andare al Balkan significa dare ragione alla storiografia di sinistra – dice Delbello – la quale afferma che tutti i mali cominciarono da lì senza analizzare né il prima, né il dopo, né il perché. Quindi in ultima analisi è falsificare la storia. Non credo che il mondo degli esuli sia rimasto soddisfatto della proposta di Toth. Uno storico triestino affermò: è aberrante accostare la Risiera alle Foibe. Andare al Balkan significherebbe proseguire sulla linea di quello storico». L’evento triestino del 13 luglio, secondo Delbello, dovrebbe di conseguenza limitarsi al concerto in piazza Unità. «Che i tre Presidenti vengano a Trieste è un fatto importante e positivo – continua Delbello – ma è assurdo voler caricare l’episodio di significati e appuntamenti collaterali. È impensabile che il Presidente della Repubblica di Slovenia si faccia tirare per la giacca dai giornalisti del Delo (è il Delo che ha lanciato la proposta della visita al Balkan, ndr.)».

«Lasciare lavorare le diplomazie affinché un evento così importante possa attuarsi», è l’invito fatto dal senatore del Pdl, Roberto Antonione. «Tutte le manifestazioni che possono aiutare a comporre dissidi passati sono da sostenere – afferma Antonione – ma più si dà spazio a prese di posizione particolari, più si rischia di far saltare l’operazione. Il mio augurio è che i tre Paesi possano trovare un’intesa per la manifestazione triestina».

Atmosfera diversa e pareri tutti favorevoli alla proposta Toth-Budin dal fronte del centrosinistra. «Trieste ha a portata di mano – secondo la senatrice Tamara Blazina (Pd) – un’occasione che non va sprecata. Il 13 luglio – sottolinea – è anche l’anniversario dell’incendio del Balkan che per gli sloveni segna l’inizio di una persecuzione etnica molto violenta. La lapide in piazza Libertà ricorda l’esodo di tanti italiani da quella che era la loro Patria e testimonia la loro sofferenza. Sono due simboli che non devono dare fastidio, ma che rammentano fatti ormai certificati: tutta la città dovrebbe farli propri e rispettarli».

«È una proposta che trovo condivisibile sia nella forma data la natura simbolica dei due siti indicati – afferma Alessandro Carmi, vicesegretario del Pd – che nella sostanza data la volontà di guardare avanti in maniera serena. Forte è il rammarico di non riuscire a convocare per quella giornata un Consiglio comunale straordinario alla presenza dei tre Capi di Stato».

«È una proposta – sostiene Stelio Spadaro, primo ex comunista triestino a condannare pubblicamente Foibe ed esodo – che stigmatizza le tragedie che fascismo e comunismo hanno provocato in queste terre. Si tratterebbe dunque di atti simbolici per riconoscere storie diverse, ma anche per interpretare il nuovo senso comune di una grande e civile città come Trieste che sa guardare con lucidità a queste pagine del passato con la consapevolezza di esserne però completamente uscita».

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.