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04 ott – Don Bonifacio è Beato: la cronaca della cerimonia (con foto)

Cento sacerdoti e sedici tra vescovi e cardinali (alcuni provenienti anche dalle diocesi istriane) hanno celebrato oggi in San Giusto a Trieste la beatificazione di Don Francesco Bonifacio, martire istriano delle foibe. A fare da corollario al primo innalzamento sugli altari di un infoibato, una folla strabocchevole che ha costretto gli organizzatori ad utilizzare un maxischermo sulla piazza antistante. Allo straordinario clima di partecipazione ha dato un importante contributo il Coro della Cappella Civica di Trieste

Mons. Ravignani, vescovo di Trieste, ha fatto gli onori di casa, ringraziando tutti i presenti e le autorità, e rivolgendo un caloroso benvenuto ai profughi giuliano-dalmati giunti da tutta Italia.

Erano presenti il sindaco di Trieste Dipiazza, il presidente della Provincia Poropat, il prefetto Balsamo, gli on. Buttiglione, Menia e Rosato, oltre a tutte le autorità militari e civili.

Nutrita la rappresentanza degli Esuli giuliano-dalmati. Per l’ANVGD ha partecipato l’intero ufficio di presidenza con Lucio Toth, Guido Brazzoduro e Renzo Codarin, accompagnati dai consiglieri nazionali Italia Giacca, Miriam Andreatini Sfilli, Antonio Ballarin, dal segretario nazionale Fabio Rocchi e da numerose delegazioni provinciali. Presenti inoltre l’Associazione delle Comunità Istriane, i Dalmati nel Mondo e il Libero Comune di Fiume in Esilio. Fuori dal coro l’Unione degli Istriani, la cui dirigenza ha scelto di restare all’esterno dal Tempio di San Giusto.

Momenti emozionanti si sono vissuti alla lettura della missiva di Benedetto XVI, con le motivazioni dell’innalzamento a Beato di Don Bonifacio, che ha fatto da preludio allo scoprimento della gigantografia del martire istriano, accompagnata da un lungo e gioioso applauso.

Mons. Amato, Prefetto della Congregazione delle cause dei Santi, nell’omelia ha ricordato le tappe della vita del sacerdote e del martire, prendendole ad esempio di dedizione alla fede, ma ammonendo l’intera comunità mondiale sulle continue discriminazioni, incarcerazioni e uccisioni che ancora oggi i cristiani subiscono in tutto il globo per il solo fatto di professare la loro religione. Ha inoltre comunicato che la Chiesa ricorderà Don Bonifacio l’11 settembre di ogni anno, giorno della sua morte terrena.
Toccante la testimonianza finale di Giovanni Bonifacio, ultimo fratello vivente del martire. In un messaggio di saluto letto personalmente, seppur rotto più volte dall’emozione, ha rivolto un caloroso saluto ai profughi giuliano-dalmati, rivolgendosi poi direttamente al fratello in un ideale dialogo, improntato ai ricordi della loro vita familiare. L’umanità e la commozione suscitate dalle semplici ma straordinariamente profonde parole, sono sfociate in un interminabile applauso che ha degnamente concluso una giornata che rimarrà nella storia della Chiesa ma anche in quella di tutte le comunità degli Esuli.

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