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Ziberna: «Esuli giuliano-dalmati offesi dal nuovo modulo del 730/2015» – 17apr15

 

«Presso la sede dell’Anvgd, una delle principali associazioni nazionali degli esuli giuliano dalmati, stano giungendo segnalazioni di esuli che nel modello precompilato del nuovo 730 la loro provenienza appare Iugoslavia, violando così gravemente la Legge n. 54/1989, la quale dispone che tutte le amministrazioni pubbliche nel rilasciare attestazioni, dichiarazioni, documenti in genere, a cittadini italiani nati in comuni già sotto la sovranità italiana ed oggi compresi nei territori ceduti ad altri Stati, quando deve essere indicato il luogo di nascita dell’interessato, hanno l’obbligo di riportare unicamente il nome italiano del comune, senza alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene. Inoltre le amministrazioni sono obbligate, su richiesta anche orale del cittadino stesso, ad adeguare il documento alle norme della presente legge. A ciò ha fatto seguito anche la Circolare Ministeriale n. 15 del 5.08.1999, la quale ribadisce quanto contenuto nella legge, affermando che ciò è in applicazione del principio che l’evento nascita rimane ancorato al tempo ed al luogo in cui è avvenuto», dichiara Rodolfo Ziberna, vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale.

«Tra le tante denunce pervenute all’Anvgd, vi è un esule da Zara che denuncia come “nel visionare i miei dati anagrafici del 730/2015 precompilato, sono sobbalzato sulla sedia. Nonostante nell’anagrafica del mio cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate compaia regolarmente il comune di nascita: “nato a Zara (ZA)”, nel 730/2015, alla voce “comune di nascita” è indicato: “Iugoslavia”, provincia di: “EE”. Per tale mostruosa oscenità mi ritengo, oltre che disgustato, gravemente offeso oltraggiato e violato nei miei sacrosanti diritti. L’Agenzia delle Entrate, oltre che manifestare una completa ignoranza storica, non è nemmeno a conoscenza che la Jugoslavia non esiste più da oltre vent’anni, e non conosce nemmeno le norme italiane (L. 54/89)», aggiunge Ziberna.

«Visto anche l’elevato numero di esuli dalle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia che risiedono nel Friuli Venezia Giulia, sono intervenuto con una interrogazione alla Presidente della Regione Debora Serracchiani per sollecitare un intervento urgente presso il governo nazionale al fine di apportare immediati sul programma informatico che genera i nuovi modelli 730/2015 i necessari correttivi, anche perché la pubblica amministrazione ha l’obbligo di farlo, non solo per il fatto che ciò offende, umilia ed indigna una parte rilevante della popolazione del Friuli Venezia Giulia e tutti gli esuli che vivono nel resto del Paese».

 

Il testo dell’Interrogazione del 17 aprile 2015

Oggetto: «Esuli giuliano-dalmati offesi dal nuovo modulo del 730»

 

Il sottoscritto Consigliere regionale Rodolfo Ziberna (PDL-FI), premesso che presso la sede dell’ANVGD, una delle principali associazioni nazionali degli esuli giuliano dalmati, stano giungendo segnalazioni di esuli che nel modello precompilato del nuovo 730 la loro provenienza appare Iugoslavia; ricordato che la Legge n. 54 del 15 febbraio 1989, recante “Norme sulla compilazione di documenti rilasciati a cittadini italiani nati in Comuni ceduti dall’Italia ad altri Stati in base al trattato di pace”, all’art. 1 dispone che «Tutte le amministrazioni dello Stato, del parastato, degli enti locali e qualsiasi altro ufficio o ente, nel rilasciare attestazioni, dichiarazioni, documenti in genere, a cittadini italiani nati in comuni già sotto la sovranità italiana ed oggi compresi nei territori ceduti ad altri Stati, ai sensi del trattato di pace con le potenze alleate ed associate, quando deve essere indicato il luogo di nascita dell’interessato, hanno l’obbligo di riportare unicamente il nome italiano del comune, senza alcun riferimento allo Stato cui attualmente appartiene». Ed al successivo art. 2 che «Le amministrazioni, gli enti, gli uffici di cui all’articolo 1, sono obbligati, su richiesta anche orale del cittadino stesso, ad adeguare il documento alle norme della presente legge. La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica Italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato».

 

Atteso che la Circolare Ministeriale n. 15 del 5 agosto 1999, recante “Indicazione dello Stato di nascita nei documenti d’identità dei cittadini italiani nati in comuni ceduti dall’Italia ad altri Stati, in base al trattato di pace e nelle certificazioni anagrafiche”, indirizzata a tutti i Prefetti, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica, al Ministero dei Trasporti e della Navigazione – Direzione Generale della Motorizzazione Civile, al Ministero di Grazia e Giustizia – Direzione generale AA.CC. e libere professioni, ed altri, dispone che «L’indicazione dello Stato e della provincia relativi al comune di nascita, costituisce motivo di contestazione da parte dell’utenza in occasione del rilascio di documenti di identità e di certificazioni anagrafiche, onde si rende necessario effettuare alcune considerazioni e diramare opportune disposizioni, mirate a semplificare l’azione amministrativa ed evitare difformità di comportamenti, specie nel rilascio delle certificazioni anagrafiche, con conseguente disagio per i cittadini. Al riguardo, si ricorda che, per quanto riguarda i cittadini italiani nati in comuni ricompresi in territori ceduti dall’Italia ad altri Stati in base ai trattati di pace, la Legge 15 febbraio 1989, nº 54, prevede che i documenti in genere, le attestazioni, le certificazioni e dichiarazioni, devono riportare il solo nome italiano del comune di nascita dell’interessato, senza alcun riferimento allo Stato di appartenenza. Ciò in applicazione del principio che l’evento nascita rimane ancorato al tempo ed al luogo in cui è avvenuto. Pertanto, anche nelle certificazioni anagrafiche, quali il certificato di residenza, é del tutto superfluo, non solo riportare lo Stato cui appartiene il comune di nascita dell’interessato, ma altresì riportare la provincia di pertinenza se non per risolvere casi di omonimia di comuni. L’eliminazione di tali superflue indicazioni é quanto mai opportuna specie nel momento attuale in cui spesso si verificano soppressioni ed accorpamenti di comuni, anche con spostamento della provincia di riferimento: si eviterà in tal modo la necessità di aggiornare i sistemi informatici dei comuni. Si pregano le SS.LL. di richiamare l’attenzione delle Amministrazioni Pubbliche e dei Comuni della rispettiva Provincia e seguire la questione, anche nell’ambito delle consuete visite ispettive informando la scrivente».

 

Indicata, tra le tante denunce pervenute all’Anvgd, la seguente segnalazione (con l’identità dell’esule omessa per esigenze di privacy): «Spettabile Associazione, sono un socio iscritto al Comitato di …., nato a Zara il … Nel visionare i miei dati anagrafici del 730/2015 precompilato, sono sobbalzato sulla sedia. Nonostante nell’anagrafica del mio cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate compaia regolarmente il comune di nascita: “nato a Zara (ZA)”, nel 730/2015 (che vi allego qui sotto), alla voce “comune di nascita” è indicato: “Iugoslavia”, provincia di: “EE”. Per tale mostruosa oscenità mi ritengo, oltre che disgustato, gravemente offeso oltraggiato e violato nei miei sacrosanti diritti. L’Agenzia delle Entrate, oltre che manifestare una completa ignoranza storica, non è nemmeno a conoscenza che la Jugoslavia non esiste più da oltre vent’anni, e non conosce nemmeno le norme italiane, le quali con la legge 15 febbraio 1989 n. 54, ha obbligato tutte le amministrazioni dello Stato, per i nati nei territori ceduti ad altri stati, di indicare unicamente il nome italiano del comune di nascita, senza alcun riferimento allo stato cui attualmente appartiene. Ritengo che la nostra Associazione debba avanzare una vibrante protesta all’Agenzia delle Entrate per questa gravissima violazione».

Alla luce dell’elevato numero di esuli dalle terre d’Istria, Fiume e Dalmazia che risiedono nel Friuli Venezia Giulia,

 

Tutto ciò premesso interroga

 

la Presidente della Regione e l’Assessore competente per sapere: se siano stati infornati di questo grave malfunzionamento che offende, umilia ed indigna una parte rilevante della popolazione del Friuli Venezia Giulia e tutti gli esuli che vivono nel resto del Paese; se ritengano di intervenire urgentemente presso il Governo nazionale per far adottare immediati interventi sul software che aggrega le informazioni contenute sui modelli 730/2015.

 

Rodolfo Ziberna

 

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