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Zagabria: il mito sbagliato dei 350mila esuli (Il Piccolo 15 lug)

ZAGABRIA Se la vigilia mediatica in Croazia è stata quasi piatta, i principali mezzi d’ informazione croati si sono rifatti il giorno dopo lo storico avvenimento triestino. Giornali, radio e televisioni hanno sostenuto in coro l’ importanza del primo incontro fra i capi di Stato di Italia, Slovenia e Croazia, parlando di riconciliazione, ferite del passato suturate e del futuro da percorrere assieme nell’Unione europea. Quello che non è andato giù a singoli media è stata la presenza del presidente croato Ivo Josipovic alla cerimonia di deposizione di una corona ai piedi del monumento che ricorda i 350 mila esuli istriani, fiumani e dalmati. Il quotidiano Novi List di Fiume, a firma di Denis Romac, ha parlato di gaffe del Pantovcak, la sede del presidente della Repubblica, ovvero del Quirinale croato. Stando a Romac, Josipovic ha accettato in modo acritico il mito dei 350 mila italiani, costretti ad andarsene dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia. «Comportandosi in questo modo – si legge nell’articolo – il capo dello Stato ha approvato le cifre gonfiate che negli ultimi anni hanno contribuito a creare il mito degli italiani cacciati dalle coste orientali dell’Adriatico». Descrivendo il monumento in piazza Libertà, Romac parla degli stemmi di Istria, Fiume e Dalmazia, rilevando che lo stemma fiumano – l’aquila con una testa decapitata – è lo stesso di quello che campeggiava nella città quarnerina all’epoca dell’Italia fascista. Anche il polese Glas Istre non ha dimenticato la sempiterna questione dei numeri, facendo presente che le fonti italiane sostengono ci siano stati da 200 mila a 410 mila esuli, mentre le fonti croate sono dell’ avviso che si possa parlare al massimo di 200 mila persone, croati e sloveni inclusi.. La Hina, l’ agenzia di stampa croata, ha anche dato spazio ad una dichiarazione del deputato connazionale e presidente dell’ Unione Italiana, Furio Radin (presente a Trieste), il quale ha detto che l’ evento triestino ha un valore simbolico eccezionale ed è proteso verso il comune destino europeo di Italia, Slovenia e Croazia.
 
Andrea Marsanich

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